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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 19:13.

Eppur si muove. La monolitica politica cubana si appresta a celebrare il VI Congresso del Partito comunista cubano (Pcc). Dal 16 al 19 aprile la Castrocrazia si appresta a ratificare il sistema socialista e riconfermare, con qualche operazione di maquillage, i pilastri teorici e organizzativi.
L'occasione per celebrare è stata giudicata imperdibile dall'establishment cubano: l'anniversario dei 50 anni dalla fallimentare spedizione nella Baia dei porci: il 17 aprile 1961 piu' di 1500 esuli cubani, supportati dai servizi segreti americani, sbarcarono a Cuba con l'intenzione di rovesciare il governo rivoluzionario di Fidel Castro.
L'operazione fallì ma furono le conseguenze di politica internazionale a esser devastanti: Fidel Castro si alleò con l'Unione sovietica che, in piena guerra fredda, posizionò basi militari a meno di 90 miglia dalla costa americana.
Il Congresso di questi giorni non prevede nessuna sostanziale modifica al sistema nonostante da anni vengano annunciate riforme economiche. C'è però un profondo significato simbolico, ricordato dallo stesso presidente Raul Castro, secondo segretario del partito dopo il fratello Fidel. Raul ha dichiarato, davanti al Parlamento, che questo Congresso «dovrebbe essere, per la legge della vita l'ultimo della maggior parte di quelli che fanno parte della generazione storica».
Che si deciderà al VI Congresso
Il presidente del paese, Raul Castro, 79 anni, dovrebbe diventare il primo segretario del Pcc, mentre Fidel (84 anni) forse rinuncerà all'incarico. La poltrona vacante, quella del numero 2, potrebbe essere occupata da un "giovane cinquantenne" come segnale di ricambio. In realtà l'establishment cubano resta saldamente guidato dai due fratelli e non si intravvede nessuna possibile alternanza.
Una perestrojka cubana?
Da tempo viene prospettata l'ipotesi di una perestrojka cubana. Lo stesso Raul Castro, ripete che è necessario un « aggiornamento» del modello socialista per evitare che la Rivoluzione affondi. «O rettifichiamo oppure affondiamo» ha avvertito Raul. Al tempo stesso respinge con forza un «ritorno al capitalismo» e, nei fatti, riforme che scalfiscano la diarchia Raul-Fidel.
Internet e export
Eppure la palude politica non impedisce dei piccoli cambiamenti: un mese fa la Banca centrale cubana ha annunciato la svalutazione dell'8% del peso cubano convertibile (attualmente pari a un Us$). L'operazione dovrebbe favorire le esportazioni e migliorare la bilancia turistica che registra 2,2 miliardi di dollari di entrate ogni anno.
Un'altra apertura dovrebbe arrivare in seguito alla moltiplicazione dei collegamenti Internet. Due mesi fa il cavo sottomarino proveniente dal Venezuela è arrivato a Cuba e ciò è stato salutato come un evento di straordinaria importanza per aumentare la connettività.
Sarà importante osservare se il miglioramento tecnologico si tradurrà in una reale opportunità di navigazione in rete per i cubani. Riguardo al taglio di mezzo milione di lavoratori statali, che Raul ha annunciato e poi rimandato, resta da capire quale sia la determinazione per effettuarlo.
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