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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 06:38.

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ROMA
Ammette di non aver ancora esaminato il programma nazionale di riforme varato dal Consiglio dei ministri. «Lo leggerò con attenzione, non mi piace dare giudizi su cose che non conosco». Ma Luca Cordero di Montezemolo, presidente della fondazione Italia Futura e della Ferrari, giudica fuori luogo la battutta con cui, mercoledì dopo l'ok al Pnr, Giulio Tremonti ha risposto all'appello della leader di Confindustria, Emma Marcegaglia, sulla solitudine delle imprese («è durata solo pochi giorni», aveva detto il ministro dell'Economia). «C'è poca ironia da fare – replica Montezemolo – vista la situazione di mancata crescita e soprattutto di mancata iniziativa di politica economica. Sarebbe meglio mettersi tutti con meno battute e più impegno e più risultati. Condivido pienamente l'opinione di Emma Marcegaglia».
L'ex numero uno di Viale dell'Astronomia mostra poi di aver apprezzato il richiamo del governatore di Bankitalia, Mario Draghi, sulla necessità di riforme strutturali («è significativo e condivisibile»). E invece bacchetta Silvio Berlusconi e la sua maggioranza. Così, quando i cronisti gli chiedono se vi sia distanza tra il paese reale e quello che si discute in Parlamento, Montezemolo scandisce bene le parole. «Fortunatamente c'è un paese reale che sta reagendo e che si sta dando da fare, che ha voglia di occuparsi del bene comune e non solo degli affari propri. Quelli che io chiamo "italiani ignoti" che sono una grande forza del Paese malgrado una politica sempre più lontana dai problemi veri, dalle esigenze vere e dalle scelte coraggiose che bisogna assolutamente fare».
Montezemolo critica anche la sforbiciata ai fondi per la ricerca. Tagli che definisce «gravissimi, scandalosi e masochistici», frutto di decisioni di una classe politica «che non ha a cuore il futuro del nostro Paese». L'Italia, osserva ancora il presidente della Ferrari, «è il Paese che investe di meno in Europa in ricerca». E, invece, se fosse per lui, «anziché tagliare lì, taglierei le inefficienze oppure sui consigli di amministrazione che servono a solo a sistemare politici trombati. Sento parlare di tagli da tutte le parti tranne nella politica. E qualche ministro anziché tagliare con il laser fa tagli trasversali».
Infine il nodo della sua discesa in campo. «Viviamo in un Paese strano, in cui la classe politica ritiene di essere l'unica autorizzata a parlare delle cose pubbliche e se tu vuoi parlarne, ti rispondo: entra, scendi in politica. Io invece - conclude ironico Montezemolo alludendo all'iniziativa presentata ieri (un accordo con Federparchi per raccogliere fondi per Telethon che lui presiede) - scendo nei parchi». Ma qualcuno, come il vicepresidente di Fli Italo Bocchino, è già pronto ad accoglierlo a braccia aperte. «Montezemolo? Se c'è un soggetto forte che fa parte della società civile e che scende in campo, siamo interessati».
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