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Questo articolo è stato pubblicato il 15 aprile 2011 alle ore 09:09.

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Pirati somali sulla cresta dell'ondaPirati somali sulla cresta dell'onda

Continua a crescere il fenomeno della pirateria marittima mondiale e le "tortughe" somale incassano la parte più consistente del bottino. Dal rapporto dell'International Maritime Bureau (IMB) della Camera di Commercio Internazionale (ICC) nel primo trimestre del 2011 si sono registrati 142 attacchi in tutto il mondo, un record storico da attribuire soprattutto ai pirati somali con ben 95 attacchi, con una crescita del 35% rispetto allo stesso periodo del 2010.

In tutto il mondo nel primo trimestre del 2011, sono state dirottate 18 navi e 350 membri dell'equipaggio sono stati presi in ostaggio. «Mai come in questi primi tre mesi sono stati registrati tanti episodi di pirateria e di rapine a mano armata in alto mare», ha dichiarato Pottengal Mukundan, direttore dell'IMB di Kuala Lumpur, il cui Piracy Reporting Centre monitora la pirateria marittima internazionale fin dal 1991. Nei primi 90 giorni dell'anno i pirati hanno ucciso sette membri di equipaggi e ferito altri 34 contro i due feriti registrati nel primo trimestre del 2006.

Delle 18 navi sequestrate in tutto il mondo, 15 sono state catturate al largo della costa orientale della Somalia, tra il Mar Arabico e il Golfo di Aden. Solo in questa zona, 305 marinai sono stati sequestrati. Al 31 marzo i pirati somali tengono prigionieri 596 marinai e 28 navi. Tra queste anche la petroliera italiana "Savina Caylyn" catturata dai pirati in pieno Oceano Indiano l'8 febbraio scorso con a bordo un equipaggio di 5 italiani e 17 indiani. Sulla vicenda il governo ha imposto il silenzio più totale e benché una fregata della Marina militare "ombreggi" la petroliera pare probabile che siano in corso trattative con i pirati.

Il 13 aprile, rispondendo a un'interrogazione parlamentare del deputato Luigi Musso (Fli), il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Elio Vito, ha dichiarato che «la Farnesina, insieme a tutti i componenti di governo», sta assicurando «la massima collaborazione per la tutela dell'equipaggio» e si tiene «in costante contatto con i familiari» dei cinque italiani a bordo.
L'Unità di crisi della Farnesina - ha aggiunto il ministro - è in costante contatto con i familiari dell'equipaggio, i quali hanno «riferito di aver potuto direttamente comunicare» con i propri cari, «ricevendo rassicurazioni sulle condizioni di vita a bordo».

Tornando al rapporto dell'IMB, Mukundan ha sottolineato che «l'enorme numero di navi dirottato al largo della Somalia ha avuto luogo nell'area est-nord est del Golfo di Aden. Le posizioni di alcune delle navi da cui partono gli attacchi sono note. E' essenziale un'azione di forza comune nei confronti di tali navi per impedire ulteriori sequestri». Parole vane dal momento che nessuna flotta internazionale ha mai autorizzato l'uso delle armi (se non in rare circostanze) contro i barchini dei pirati né il bombardamento aero-navale delle tortughe. Per la difesa dei cargo molti Paesi hanno imbarcato militari o guardie private (ma non l'Italia) mentre Londra sta mettendo a punto i piani per una flotta privata a protezione del Golfo di Aden.

Le grandi petroliere, come la Savina Caylyn, sono obiettivi particolarmente vulnerabili ai pirati. Tre grandi petroliere sono state dirottate al largo del Corno d'Africa quest'anno e su un totale di 97 navi attaccate nella regione ben 37 erano petroliere e di queste 20 avevano una stazza di oltre 100.000 tonnellate.

Una ventina di Paesi schierano gruppi navali nelle acque dell'oceano Indiano e in una recente operazione la marina indiana è riuscita a catturare 61 pirati somali e a liberare una nave sequestrata a largo della costa occidentale dell'India.

Oltre che in Somalia sono stati segnalati 9 attacchi al largo della Malaysia, e 5 al largo della Nigeria e nel porto di Lagos. A 70 miglia dalle coste del Benin (Africa Occidentale) il 13 aprile due imbarcazioni con a bordo 10 pirati hanno abbordato il mercantile ''Alessandra Bottiglieri'' battente bandiera italiana e con a bordo 6 connazionali e 16 indiani.

Sul sito di ICC una mappa aggiornata sui luoghi della pirateria

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