Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2011 alle ore 14:38.

My24

Sono «immonde e indegne» le parole del Presidente del Consiglio, «siamo stanchi di questo Governo che taglia miliardi alla scuola pubblica e se ne vanta». L'Unione degli studenti reagisce con durezza alla nuova uscita di Berlusconi sulla scuola pubblica. E annuncia una mobilitazione in piazza il 19 in oltre 50 città italiane per ribadire il «no» al modello di scuola e università che porta avanti il governo.

«L'assenza di politiche che difendano la scuola pubblica è la cifra della nostra ribellione a questo governo e a questo modello di scuola, volta a distruggere la scuola pubblica e a soppiantarla con l'istruzione privata», dice Jacopo Lanza dell'Unione degli Studenti.
«Questo attacco fatto di uscite pubbliche, ma soprattutto di politiche devastanti per la formazione e di chi vive questi luoghi ha oltrepassato ogni limite- prosegue l'Unione degli studenti- La diffusione di diplomifici con il governo Berlusconi, i tagli ai posti di lavoro, all'edilizia scolastica, al diritto allo studio, alla formazione vera e di qualità di dimostra come anche una parola tanto abusata, come il merito, è solo uno slogan elettoralista di Berlusconi e dei suoi Ministri che non premia i tantissimi studenti che ogni giorno studiano nelle scuole e nelle università e che non hanno borse di studio per colpa dei tagli di Tremonti».

Anche la Rete degli Studenti critica l'intervento del premier che ha bollato come «comunisti» gli insegnanti della scuola pubblica. «Berlusconi per l'ennesima volta torna a parlare di scuola invece di occuparsi, come dovrebbe, degli enormi danni che il suo governo e la riforma Gelmini stanno causando», si legge in una nota, «di come la scuola pubblica è stata distrutta da tagli e riforme scellerate».

Per la Rete Studenti si è trattato di «uno dei suoi show che hanno come protagonisti i comunisti, gli insegnanti di sinistra e le scuole private, paladine della libertà». A febbraio, hanno sottolineato gli studenti, «quando disse che la scuola ci "inculcava" valori negativi siamo scesi in piazza per far emergere tutta la rabbia verso un governo che vanifica con le parole e coi fatti i valori fondanti della nostra Costituzione: il diritto allo studio, la ricerca, scuole e università pubbliche e accessibili a tutti». E rincarano la dose: «Le famiglie e le mamme d'Italia saranno veramente libere, così come gli studenti, quando avranno la possibilità di frequentare una scuola pubblica che funziona, aperta a tutti, di tutti e di qualità. Ci siamo seriamente stufati di dover difendere continuamente la scuola pubblica dagli attacchi del presidente del consiglio, il carattere pubblico di scuola e università non deve essere messo in discussione nè con le parole nè con le riforme, è alla base della nostra Costituzione e del nostro Paese». E hanno concluso: «Se il presidente Berlusconi è di un altro parere non può governare l'Italia e lo preghiamo di andare a casa».

Anna Finocchiaro, attacco vergognoso
«L'attacco alla scuola pubblica e ai suoi insegnanti che sta portando avanti con puntigliosa costanza il Presidente del Consiglio è vergognoso, indegno di un paese civile e fa il paio con l'attacco alla Magistratura e al Parlamento. Direi che questo governo, e soprattutto il suo leader, stanno diventando incompatibili con i principi, i valori e i pilastri della nostra Carta costituzionale». Lo dice Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd del Senato.
«Dire, come ha fatto oggi Berlusconi - prosegue Anna Finocchiaro - che il governo ha dato il bonus per la scuola privata per consentire alle famiglie di tenere i figli lontani dagli insegnanti di sinistra è un'aberrazione. Per il resto, se c'è un governo nemico della famiglia e delle donne è proprio questo: con i tagli agli enti locali e quindi ai servizi e alla scuola pubblica ha praticato politiche attive contro le lavoratrici. Tanto è vero - conclude Anna Finocchiaro - che la disoccupazione e il tasso di inattività delle donne, soprattutto giovani, sono oggi ai massimi storici».

Pantaleo (Flc-Cgil),«parole eversive»
Le parole di Berlusconi sulla scuola pubblica pronunciate a Padova «sono eversive perché mirano a cancellare la libertà d'insegnamento». Così il segretario generale Flc-Cgil, Mimmo Pantaleo, ha commentato il messaggio inviato dal presidente del Consiglio all'Associazione nazionale delle mamme e avverte: «Sappia Berlusconi che non riuscirà a trasformare gli insegnanti in suoi portavoce o nelle veline delle sue televisioni». «Meno male che c'è la scuola pubblica che inculca ai giovani i valori costituzionali che il premier continua a sfregiare. Insegnanti che inculcano alle ragazze che il successo non si deve ottenere vendendosi ad un vecchio signore inceronato ma con lo studio, la serietà e la perseveranza». È Francesca Puglisi, responsabile Scuola della segreteria Pd, ad aggiungere che «purtroppo ciò che la scuola insegna la mattina viene distrutto la sera dalle televisioni di Berlusconi. Rispetto alla famiglia e in particolare alle mamme - prosegue - ricordiamo che questo governo non ha fatto nulla per le mamme lavoratrici se non cancellare la legge sulle dimissioni in bianco, nulla se non far esplodere le liste d'attesa nelle scuole d'infanzia e tagliere i finanziamenti e le risorse agli asili nido. L'Italia - conclude - è stufa di essere insultata e di sentirsi raccontare volgari menzogne. È ora di dare una nuova possibilità a questo Paese, è ora di voltare pagina».

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi