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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2011 alle ore 13:12.
Il presidente del Senato, Renato Schifani, «un periodo di decantazione» se lo augura «da tempo». Ribadisce che «tutti devono abbassare i toni». Se però si parla di governo di decantazione «io ho stima di Pisanu e di Veltroni, ma nella logica del maggioritario e del bipolarismo i governi li scelgono gli elettori nel rispetto delle prerogative intangibili del Capo dello Stato».
Schifani ha commentato così la proposta politica di un "governo di decantazione", lanciata ieri da Veltroni e Pisano con un intervento dalle colonne del Corriere della Sera.
Netta anche la reazione del parlamentare Pd Rosy Bindi. «Non mi pare proprio che ci siano le condizioni», ha detto il presidente dell'assemblea nazionale del Pd. La Bindi, che ne ha parlato a margine della manifestazione del Pd "150. Con l'Italia. Tutta intera" in svolgimento al teatro Eliseo di Roma, ha spiegato il suo scetticismo dicendo: «L'abbiamo proposto per un anno intero un governo che non definirei di "decantazione" ma di responsabilità nazionale. Però il 14 dicembre, con due voti, questa prospettiva mi pare si sia compromessa».
Il governo di decantazione proposto da Giuseppe Pisanu e Walter Veltroni «è roba da prima Repubblica: attualmente c'è un governo che è stato eletto dal popolo. Sarebbe assurdo cambiarlo». Così il ministro per lo Sviluppo economico Paolo Romani ha liquidato la proposta.
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