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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2011 alle ore 18:35.

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Timo Soini, leader degli ultanazionalisti "Veri finlandesi " (Ap Photo)Timo Soini, leader degli ultanazionalisti "Veri finlandesi " (Ap Photo)

Vittoria dei conservatori alle elezioni legislative che si sono tenute ieri in Finlandia e trionfo degli ultranazionalisti, che diventano la terza forza politica del Paese.
La Coalizione nazionale ha conquistato 44 dei 200 seggi parlamentari (20,4%), il Partito social-democratico 42 (19,1%) e gli ultranazionalisti 'Veri Finlandesi' 39 (19%). Il partito di centro guidato dal premier uscente, Mari Kiviniemi, crolla al 15,8% dei voti, ottenendo 35 seggi. Alta l'affluenza alle urne che si attesta al 70,4%.

«Cari amici abbiamo scritto la storia!», ha dichiarato Jyrki Katainen, il leader dei conservatori, che verosimilmente guiderà il futuro esecutivo: è la prima volta nella storia che il suo partito rappresenta la prima forza politica del paese. Ma il vero trionfo è dei Veri finlandesi e del loro carismatico leader, il giovane Timo Soini, portatore di una politica populista, euroscettica e, soprattutto, xenofoba.

All'orizzonte si profila un governo di coalizione tra conservatori e socialisti che dovrà esser formato entro la fine di maggio. Il leader del partito populista euroscettico ha detto di aspettarsi «come minimo» un «invito a partecipare» alle trattative per la formazione del nuovo governo.

I risultati ottenuti dagli ultranazionalisti potrebbero creare turbolenze sia per il futuro del Paese sia per gli equilibri in Europa, a cominciare dal salvataggio finanziario del Portogallo da parte dell'Unione europea. Secondo gli analisti, infatti, i «Veri finlandesi» condizioneranno pesantemente la maggioranza filo-europeista uscente e potrebbero addirittura essere cooptati in una maggioranza variopinta, ipotecando di fatto la futura politica europea.

Il parlamento di Helsinki infatti ha diritto di ratifica su tutte le decisioni sui «bailout» finanziari decisi dai Ventisette membri Ue e una forte presenza di Veri Finlandesi (quadruplicati dalle ultime elezioni del 2007 sull'onda della crisi economica e dell'immigrazione) potrebbe tenerlo in scacco sulle sue scelte.

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