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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2011 alle ore 16:27.

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Giappone, 6-9 mesi per mettere in sicurezza i reattori nucleari di Fukushima (Afp)Giappone, 6-9 mesi per mettere in sicurezza i reattori nucleari di Fukushima (Afp)

Tepco, il gestore dell'impianto nucleare di Fukushima, stima di fermare del tutto la perdita di radioattività in 3 mesi, contestualmente all'avvio del sistema «stabile di raffreddamento dei reattori e delle barre di combustibile». È quanto prevede il piano d'azione messo a punto dalla stessa Tepco nel corso di una conferenza stampa: il primo passaggio sarà fermare la diffusione delle radiazioni ai diversi livelli, dall'acqua al sottosuolo, fino al recupero dei detriti e alla copertura degli edifici stessi, danneggiati dalle esplosioni di idrogeno avvenute nei primi giorni della crisi. Quanto alla messa in sicurezza dei reattori, il gestore spera di essere in grado di ottenere «l'arresto a freddo entro sei-nove mesi».

«È un passo importante - ha detto in un'altra conferenza stampa il ministro dell'Industria, Banri Kaieda – perché rappresenta lo sforzo per passare dalla fase d'emergenza a una di lungo periodo di stabilizzazione e superamento della crisi». La gravità dell'incidente nucleare di Fukushima è stata portata da 5 a 7 dal governo nipponico, il massimo livello della scala internazionali Ines che è anche quello dato al caso più grave, registrato a Cernobyl. Gli esperti, tuttavia, hanno rimarcato le diversità tra i due incidenti, a partire dalla contaminazione radioattiva.

Intanto gli Stati Uniti offrono un supporto tecnologico al Giappone: il segretario di StatoHillary Clinton, impegnato in una breve visita a Tokyo, ha assicurato che gli Usa sono pronti a fornire «ogni supporto utile per superare la crisi nucleare».
Proprio oggi Giappone e Stati Uniti hanno annunciato una partnership pubblico-privata per la ricostruzione delle regioni del nord-est del paese devastate dal sisma e dallo tsunami dell'11 marzo scorso. «Il Giappone presenterà il suo piano di ricostruzione e vorremmo cooperare con gli Stati Uniti e con altri paesi per realizzarlo rapidamente» ha detto il ministro degli Esteri nipponico, Takeaki Matsumoto, al termine dell'incontro con il segretario di Stato Usa Hillary Clinton.

«Ribadiamo il nostro impegno a garantire un deciso sostegno alla vostra ricostruzione» ha detto Clinton nella conferenza stampa congiunta. Il segretario di Stato è in visita a Tokyo con il Capo della camera di commercio americana, Tom Donohue, che ha incontrato il leader della principale confederazione delle aziende giapponesi, Nippon Keidanren. «È interesse americano che la macchina economica giapponese ricominci a lavorare a pieno ritmo il prima possibile» ha dichiarato Donohue. Gli Stati Uniti sono, dopo la Cina, il secondo partner economico del Giappone, terza potenza economica del pianeta.

Secondo le autorità giapponesi, il costo dei danni potrebbe raggiungere i 25mila miliardi di yen (210 miliardi di euro), cioè il 4,5% del prodotto interno lordo. Tuttavia, questa stima non tiene conto dei problemi logistici, di trasporto e di approvvigionamento elettrico incontrati da diverse imprese, né l'impatto finanziario dell'incidente nucleare alla centrale di Fukushima. Il premier giapponese, Naoto Kan, ha annunciato di voler sottoporre al voto del Parlamento un primo aumento di bilancio di 4mila miliardi di Yen (33 miliardi di euro) per far fronte alle prime necessità. Inoltre, il governo prevede di lanciare prestiti di Stato specifici e di aumentare le imposte per finanziare la ricostruzione, secondo la stampa giapponese.

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