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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2011 alle ore 13:01.

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Frattini incontra il capo dei ribelli: 10mila morti in Libia. L'appello di Jalil: i raid non bastano a proteggere i civili. Nella foto il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini (a destra) stringe la mano al presidente del consiglio nazionale di transizione libico, Mustafa Abdul Jalil (Agf)Frattini incontra il capo dei ribelli: 10mila morti in Libia. L'appello di Jalil: i raid non bastano a proteggere i civili. Nella foto il ministro degli Esteri italiano, Franco Frattini (a destra) stringe la mano al presidente del consiglio nazionale di transizione libico, Mustafa Abdul Jalil (Agf)

Il bilancio lo fornisce il ministro degli Esteri, Franco Frattini, al termine del loro incontro. «Nelle città martiri della Libia, come Misurata o quelle della Montagna occidentale ci sono stati 10mila morti, che sono caduti vittime di un regime sanguinario che ha fatto tra i 50 e i 55mila feriti». Il presidente del consiglio nazionale di transizione libico, Mustafa Abdul Jalil, è giunto in Italia per cercare sostegno alla lotta degli insorti (nel pomeriggio è stato ricevuto anche dal capo dello Stato, Giorgio Napolitano, e poi dal premier Silvio Berlusconi) . La situazione, riconosce Jalil, è molto complicata e gli attacchi aerei contro le truppe di Gheddafi «non sono sufficienti e in questo modo non c'è protezione totale dei civili. Bisogna capire - ha aggiunto, quali strumenti fornire ai libici per consentirgli di difendersi».

L'appello della Farnesina: anche altri Paesi riconoscano il Cnt
A Jalil Frattini ha garantito il massimo sostegno dell'Italia («il nostro Paese è favorevole all'invio di strumenti tecnici», se ne discuterà il 2 maggio a Roma nell'ambito del gruppo di contatto) e ha invitato gli altri Paesi a riconoscere il Cnt. L'Italia, ha spiegato il titolare della Farnesina, intende «spiegare agli altri paesi europei e del mondo perché anche loro dovranno presto riconoscere il consiglio nazionale transitorio libico da cui nascerà la nuova Libia». E comunque, ha promesso Frattini, «l'impegno del consiglio nazionale di transizione libico è per tutto il popolo libico. Anche chi sostiene Gheddafi, in caso di bisogno, sarà aiutato».

Il leader del Cnt: stretta cooperazione con Italia, Francia e Qatar
Da canto suo, Jalil ha assicurato che tutti i trattati internazionali saranno rispettati ma «ci sarà cooperazione e amicizia prima di tutto con Italia, Francia e Qatar (i tre paesi che hanno riconosciuto per primi il Cnt, ndr)». Jalil ha quindi aggiunto che il governo di Bengasi intende in futuro collaborare anche con «Usa e Gran Bretagna, ma con ciascuno in base all'aiuto che ci ha fornito». Quanto al trattato di amicizia italo-libico è stato Frattini a chiarire «che potrà continuare a essere eseguito quando le condizioni di sicurezza sul territorio lo permetteranno. Da qui - ha proseguito Frattini - inizierà una fase di ricostruzione, rilancio e sostegno per tutta la Libia».

Il nodo della vendita del petrolio
Ultimo capitolo del confronto, la questione della vendita del petrolio estratto nelle zone sotto il controllo dei ribelli libici. «Stiamo lavorando per individuare strumenti legali internazionali per consentire la vendita di prodotti petroliferi, prodotti esattamente in Cirenaica, a produttori, fornitori e acquirenti internazionali», ha spiegato ancora il ministro degli Esteri rinviando una decisione definitiva al vertice del 2 maggio. «Nella riunione del gruppo di contatto a Roma - ha aggiunto - chiederemo che sia presa una decisione sull'utilizzo di strumenti finanziari trasparenti».

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