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Questo articolo è stato pubblicato il 19 aprile 2011 alle ore 19:11.
«Buongiorno a tutti. Vi rubo qualche minuto per invitarvi al meeting domani dal quartier generale di Facebook a Palo Alto in California. Si parlerà di economia, risponderò alle domande della gente da ogni parte del Paese. Spero farete una pausa mentre aggiungete o cancellate gli amici di Facebook per partecipare all'evento». Così il presidente americano annuncia su Youtube e poi posta sulla pagina Facebook della Casa Bianca l'incontro online con gli americani fissato oggi mercoledì 20 aprile.
Più per necessità che per ispirazione, Obama riparte dalle due cose che hanno contrassegnato la sua elezione nel 2008: il web, mezzo di comunicazione scelto per ricandidarsi e arrivare al suo elettorato naturale - giovani, istruiti che usano la Rete - e l'economia, fattore chiave del suo destino politico. Due anni fa la crisi finanziaria fu decisiva per la sua vittoria con il crollo della banca d'affari Lehman Brothers che innescò la crisi e fece pendere i consensi dalla sua parte a scapito del repubblicano John McCain.
Oggi, a un anno e mezzo dalle urne, è proprio sull'economia e in particolare sul debito pubblico che il presidente è in sofferenza. Nel discorso di oggi - uno dei tre programmati in questi giorni di chiusura del Congresso per le feste pasquali - in cui avrebbe dovuto parlare di politica estera ha avvertito: un mancato accordo politico tra repubblicani e democratici sul deficit «causerà seri danni all'economia». Il fallimento di un'intesa sul bilancio - ha chiarito il presidente - spingerebbe le banche a rincarare gli interessi sui prestiti.
Negli ultimi giorni le brutte notizie si sono susseguite: il severo monito del Fondo monetario internazionale sulla mancanza di strategia dell'amministrazione americana per ridurre il deficit e il rischio di un nuovo tracollo mondiale. La presentazione del piano da 4mila miliardi il giorno dopo con un mix di tagli e aumento delle tasse per i più ricchi e lo strappo con i repubblicani. Due giorni fa il pesante giudizio dell'agenzia di rating Standard & Poor's che ha rivisto l'outlook degli Sati Uniti da stabile a negativo. Cosa senza precedenti nella storia. (An.Man.)
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