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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2011 alle ore 16:44.

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Inchiesta Mediaset: il Governo solleverà conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale (Olycom)Inchiesta Mediaset: il Governo solleverà conflitto di attribuzione alla Corte costituzionale (Olycom)

La presidenza del Consiglio solleverà conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale per chiedere l'annullamento della decisione con cui i giudici di Milano del processo Mediaset sui diritti tv non ritennero legittimo impedimento, il 1°marzo del 2010, l'assenza in udienza di Silvio Berlusconi, imputato per frode fiscale, nonostante quel giorno il premier fosse impegnato a presiedere un Consiglio dei ministri. Il governo ha dato mandato all'Avvocatura generale dello Stato di presentare il conflitto, il cui testo è in via di definizione. Il conflitto sarà prossimamente depositato alla Consulta.

Il legale del premier Longo conferma
«È una udienza vecchia, ma mi pare proprio che verrà sollevato il conflitto di attribuzione», ha detto Piero Longo, uno dei legali del premier Silvio Berlusconi, intervistato da Radiocor. Il legale ha confermato la volontà della presidenza del Consiglio di sollevare il conflitto di attribuzione dinanzi alla Corte Costituzionale.

Per i giudici il Cdm fu convocato dopo la fissazione dell'udienza
I giudici spiegarono nell'occasione che l'udienza era stata fissata tenendo conto dell'agenda degli impegni del presidente del Consiglio. Il Cdm fu infatti convocato solo successivamente alla fissazione dell'udienza. I giudici rigettarono, quindi, l'istanza di legittimo impedimento perchè «altrimenti verrebbe svilita la funzione giudiziaria».

Già allora si era affacciata l'ipotesi di conflitto di attribuzione
La decisione dei giudici di Milano fu considerata dal premier un atto di aperta ostilità, venne stigmatizzata dal ministro della Giustizia Angelino Alfano durante il Cdm e fece dire agli avvocati-parlamentari del premier, Niccolò Ghedini e Piero Longo, che ricorrevano gli estremi per per sollevare un conflitto davanti alla Corte Costituzionale. Ma il ricorso non venne presentato perchè nel giro di un mese, in aprile, entrò in vigore la legge-ponte che integrava i casi di "legittimo impedimento" di premier e ministri, e grazie alla quale il premier poteva rimanere lontano dalle aule di giustizia per i successivi 18 mesi. Ora che la legge-ponte è stata parzialmente bocciata dalla Consulta, ecco la decisione di sollevare conflitto d'attribuzione.

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