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Questo articolo è stato pubblicato il 20 aprile 2011 alle ore 18:11.

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Proiezioni Rai solo per Milano, Torino, Bologna e Napoli. Il governo smentisce il calo del canone (Imagoeconomica)Proiezioni Rai solo per Milano, Torino, Bologna e Napoli. Il governo smentisce il calo del canone (Imagoeconomica)

In Rai le proiezioni elettorali si faranno, non su tutto il territorio nazionale ma nelle quattro principali città coinvolte dalle amministrative del 15 e 16 maggio: Milano, Torino, Bologna e Napoli. Lo avrebbe comunicato oggi il direttore generale, Mauro Masi, nella riunione del consiglio di amministrazione a Viale Mazzini. Nelle prossime ore sarà avviata una gara multipla entro i 200 mila euro per affidare l'incarico a una delle cinque società convocate per realizzare le proiezioni.

Il Cda Rai ha anche approvato a maggioranza i palinsesti estivi, che prevedono il proseguimento delle trasmissioni di approfondimento ma solo nel caso vi siano esigenze informative. Via libera alla Miss Italia estiva, ('Miss Italia nel mondo') ma c'è ancora incertezza sull'edizione classica di inizio settembre. Avrebbero votato compatti a favore tutti e cinque i consiglieri di maggioranza, mentre avrebbero espresso parere contrario i consiglieri di opposizione Nino Rizzo Nervo e Giorgio Van Straten, si sarebbero astenuti il presidente Paolo Garimberti e il consigliere di minoranza Rodolfo De Laurentiis.

Intanto nulla di fatto in Commissione di vigilanza sul regolamento per i referendum di giugno, perchè manca ancora un'intesa tra maggioranza e opposizione. I parlamentari, come deciso oggi in Ufficio di presidenza, si rivedranno il 3 maggio prossimo per tentare di approvare il testo messo a punto dal capogruppo dell'Idv Pancho Pardi. La maggioranza, che ha presentato un'ottantina di emendamenti, chiede garanzie sull'approvazione dell'atto di indirizzo sul pluralismo. In particolare, il capogruppo del Pdl Alessio Butti avrebbe chiesto di approvare il testo di cui è relatore entro il 5 maggio, invitando l'opposizione a ritirare i circa 100 emendamenti presentati. Il capogruppo del Pd, Fabrizio Morri, avrebbe bocciato la richiesta, chiedendo alla maggioranza di modificare il testo prima di andare avanti nella discussione.

Quanto al canone Rai, dopo lo scontro di cifre tra via XX Settembre e viale Mazzini, il ministro per i rapporti con il Parlamento Elio Vito, rispondendo a un'interrogazione del finiano Daniele Toto, precisa che non c'è stato «nessun crollo del gettito del canone Rai, solo un disallineamento contabile, che con i dati provvisori di marzo è stato completamente riassorbito». Dunque, dice Vito «non c'è alcun rischio di compromissione per i risultati contabili della Rai».

Secondo l'ultimo bollettino del Tesoro, infatti, le entrate da canone sarebbero crollate a 938 milioni contro i 1.500 milioni dell'anno precedente, con un calo del 37,5%. La replica del direttore generale Rai Mauro Masi forniva invece un dato diverso, positivo per 15 milioni. Ora il governo dà ragione a Masi. Nella lettera letta dal ministro Vito è contenuta una precisazione del ministero dello Sviluppo economico. Il quale spiega che a marzo risulta «positivo» l'andamento del gettito del canone Rai, con un aumento «di 32 milioni, pari al 2.1% circa», e «completamente riassorbito il disallineamento» registrato a febbraio, dunque «non c'è nessun rischio per gli equilibri finanziari e l'operatività dell'azienda».

Negli ultimi otto anni, ha riferito Vito «si è registrato un aumento del 20%, passando dai 1.404 milioni del 2002 ai 1.678 del 2010 e il 90% di queste entrate affluisce nei primi tre mesi dell'anno». Nel 2011, a fronte dei «938 milioni di gettito registrati a febbraio, con una flessione pari a circa il 37%», ha detto ancora il ministro, «a marzo si è registrato un aumento del gettito di 32 milioni, +2.1% circa. Nel primo trimestre dell'anno gli introiti risultano pari a 1.580 milioni contro i 1.548 del 2010». «Analogo andamento positivo - ha concluso Vito - si rileva in termini di cassa: a bilancio risultano acquisiti 1.531 milioni contro i 1.512 dello scorso anno, con una crescita dell'1.25%».

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