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Questo articolo è stato pubblicato il 22 aprile 2011 alle ore 06:37.

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Edilizia, fisco, ricerca e turismo. Sono le direttrici che il Governo seguirà per semplificare la vita alle imprese e possibilmente rilanciare lo sviluppo. In tutto o in parte con il decreto legge atteso per la prima decade di maggio. Al suo interno troverà spazio il piano casa. Come ribadito ieri a Roma da Giulio Tremonti davanti all'assemblea nazionale del Consiglio nazionale dei geometri (Cng). Nell'illustrarne i contenuti principali il ministro dell'Economia avrebbe fatto riferimento all'idea di renderlo più operativo a livello nazionale per aggirare la resistenza passiva finora attuata dalle Regioni. Al tempo stesso il responsabile di via XX settembre avrebbe espresso la volontà di consentire ampliamenti degli immobili fino al 20% (30% in caso di demolizione). Ma a quanto apprende Il Sole 24 Ore tra le ipotesi allo studio ci sarebbe anche l'introduzione del silenzio-assenso per il permesso di costruzione sulle volumetrie minori (ad esempio l'aggiunta di una camera).

Il pacchetto sviluppo sarà arricchito dalle semplificazioni negli appalti pubblici (introduzione di percentuali fisse per le opere compensative richieste dagli enti locali e per le riserve) e da un sostegno più convinto alla ricerca. All'introduzione di un credito di imposta del 90% sugli investimenti in R&S dovrebbe aggiungersi il «contratto di programma strategico per la ricerca» chiesto dall'Istruzione: un accordo di programma per coordinare con enti e imprese gli investimenti in innovazione.

Per il turismo sono in arrivo i «distretti balneari». Sull'esempio delle reti di impresa il Tesoro punta a incentivare chi opera in concessione e vuole investire nelle strutture ricettive.

Un contributo potrebbe arrivare anche dai tavoli sulla semplificazione fiscale. L'amministrazione finanziaria avrebbe già focalizzato l'attenzione su alcune delle proposte formulate dalle associazioni di categoria: elevare i limiti per la contabilità semplificata; consentire la deduzione integrale di beni strumentali di "minor valore"; rivedere i limiti alla deducibilità dei costi per le auto aziendali; ridurre dal 10 al 4% la ritenuta d'acconto sui bonifici per ristrutturazioni e riqualificazioni energetiche di immobili.
Il confronto con le imprese sulle proposte di Confindustria e sui 47 interventi indicati da Rete Imprese Italia, è aperto e si gioca su quattro livelli, finalizzati a snellire gli adempimenti tributari e contabili. Semplificazioni che in molti casi potrebbero arrivare elevando alcuni limiti fissati anche da oltre 20 anni. Ad esempio il tetto all'obbligo della tenuta dei libri contabili è stato aggiornato nel 2001. Un suo ritocco verso l'alto potrebbe cancellare di colpo decine di obblighi e "oneri", che migliaia di Pmi si devono caricare per la tenuta delle scritture contabili.

Più che obsoleta la soglia fissata nel 1988 per gli ammortamenti di beni strumentali di importo ridotto. Il limite oggi fissato a 516 euro per la deducibilità integrale del bene appare quanto mai anacronistico. È rimasto schiacciato dalla più volte promessa rivisitazione dei coefficienti di ammortamento dei beni strumentali ancorati da 23 anni al Dm Finanze 31 dicembre 1988. Rivedibile anche la misura della manovra triennale (Dl 78/2010) sul conflitto di interessi tra chi paga con bonifici e chi esegue i lavori di ristrutturazione e riqualificazione energetica degli edifici. L'attuale ritenuta d'imposta del 10% sui bonifici potrebbe essere assimilata a quella del 4% per gli amministratori di condominio. Misura più che sufficiente per svolgere la sua funzione di spia di una possibile evasione.
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LE PROSSIME NOVITÀEdilizia
Riedizione del piano casa per ampliamenti di immobili (20% e 30% in caso di demolizione) con meno vincoli dalle regioni
Arrivo del silenzio-assenso per il permesso di costruzione ma solo su volumetrie minori
Fisco
Correttivi per accertamento esecutivo e spesometro
Ritenuta d'acconto dal 10 al 4% per i lavori del 36 e 55%
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