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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2011 alle ore 07:44.

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Bce, anche Berlino più vicina al «sì»Bce, anche Berlino più vicina al «sì»

L'ora X per la decisione dei capi di Stato sul nome del successore di Jean Claude Trichet all'Eurotower arriverà soltanto all'inizio dell'estate, al vertice Ue del 24 giugno prossimo.

Però le diplomazie sono già al lavoro e si dice che già il 16 maggio, durante il prossimo Eurogruppo finanziario, si potrebbe aprire la procedura per formalizzare le candidature. Per questo le aspettative che della nomina del nuovo presidente della Banca centrale europea si parli già oggi sono in aumento; anche perché secondo alcuni rumors, riportati ieri dall'agenzia Bloomberg, sembra che l'Eliseo abbia fatto trapelare la notizia secondo la quale, se l'Italia alla riunione bilaterale porrà la questione, il presidente francese Nicolas Sarkozy darà la propria risposta: un assenso al candidato italiano per la poltrona di numero uno della Bce, il Governatore della Banca d'Italia, Mario Draghi. Il giornali francesi hanno già scritto, del resto, che sul nome dell'attuale presidente del Financial stability board vi sarebbe già il sì del ministro delle Finanze Christine Lagarde.

Quanto alla posizione della Germania, che sarà decisiva nella definizione dell'identikit del nuovo guardiano della moneta europea, a parlare del possibile disco verde tedesco era stato invece, qualche giorno fa, l'autorevole quotidiano finanziario Handelsblatt, secondo cui il principale sponsor di Draghi a Berlino è il ministro delle Finanze, Wolfgang Schaeuble. Alti esponenti del Governo hanno infatti spiegato al giornale che «Schaeuble apprezza la buona reputazione di Draghi come banchiere centrale, la sua integrità e la sua personalità». Anche esponenti del partito liberale, che fanno parte della maggioranza di Governo, hanno affermato che «non c'è alternativa a Draghi» e per questo, hanno sottolineato, «sosterremo l'italiano».

Qualche dubbio in più sembra resistere in Cancelleria. La scelta di «un esponente dell'Europa meridionale non sarebbe un buon segnale», hanno detto ad Handelsblatt fonti vicine ad Angela Merkel, osservando che il vicepresidente della Bce è il portoghese Vitor Constancio e che l'Unione europea tiene conto anche dell'equilibrio geografico nelle sue nomine: nell'entourage della Merkel sembra quindi perdurare qualche timore che l'opinione pubblica tedesca non digerisca facilmente un presidente Bce "meridionale". Secondo il quotidiano, però, non avendo un proprio candidato, Berlino potrebbe scegliere di sostenere Draghi in cambio di un appoggio alle sue richieste di riforme economiche più severe, ritenute dai tedeschi necessarie per portare l'Eurozona fuori dalla crisi dei debiti sovrani. (R.Boc.)

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