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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2011 alle ore 18:19.

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I sindacati «confermano il forte interesse a che l'evoluzione dell'affare Parmalat sia caratterizzato da chiari ed efficaci progetti di sviluppo del gruppo, dal mantenimento della stabilità occupazionale e dalla tutela della filiera italiana del latte». È quanto si legge in una nota congiunta di Fai, Flai e Uila dopo che oggi Lactalis ha annunciato la promozione di un offerta pubblica di acquisto totalitaria sulle azioni Parmalat.

In quest'ottica, si legge, le organizzazioni sindacali «ribadiscono la loro forte attenzione agli sviluppi e alle novità di queste ore sottolineando l'importanza dell'incontro, già previsto per il 16 maggio, con la direzione di Lactalis». L'evoluzione dell'affare Parmalat, continua la nota, deve essere «caratterizzata da chiari ed efficaci progetti di sviluppo del gruppo, dal mantenimento della stabilità occupazionale e dalla tutela della filiera italiana del latte».

La Cgil chiede la tutela di lavoratori e stabilimenti
Sulla vicenda è intervenuta anche Susanna Camusso, segretario della Cgil, che auspica che un eventuale intervento del Governo nella vicenda Parmalat, dopo l'opa lanciata dal gruppo francese Lactalis, punti a salvaguardare i lavoratori che già lavorano nel colosso del latte di Collecchio. Durante il suo intervento a Bologna di fronte ai delegati dell'Emilia Romagna, Camusso ha spiegato che «per noi il punto fondamentale è che Parmalat continui a produrre con quei lavoratori quei prodotti e negli insediamenti in Italia. Se il Governo vuole intervenire - ha concluso - lo faccia su questi fattori».

Confagricoltura: sarà necessario mantenere il rapporto con il territorio
Per Confagricoltura ciò che conta nella vicenda Parmalat è «l'affidabilità dell'acquirente e la condivisione del piano industriale». Secondo Confagricoltura è necessario per un grande gruppo la valorizzazione del territorio italiano. «È necessario condividere, quanto prima possibile con chi gestirà le attività di Parmalat, obiettivi e strategie industriali a garanzia della valorizzazione della produzione nazionale», si legge in una nota dell'associazione degli agricoltori, che sottolinea i punti "imprescindibili" per gli allevatori italiani: «Consolidare i rapporti di fornitura del latte, contrattualizzandoli; assicurare il mantenimento, l'efficienza e la funzionalità degli stabilimenti industriali attualmente in essere; valorizzare la materia prima italiana. Un grande gruppo, se è capace di competere a livello mondiale, ha anche il dovere di mantenere il rapporto con il "suo" territorio». «Contano i fatti, e ci auguriamo che le operazioni finanziarie non arrechino pregiudizio al sistema del latte italiano e ne valorizzino invece la produzione. I marchi italiani - conclude Confagricoltura - non possono prescindere dalle nostre produzioni e dal nostro "saper fare"».

Per Copagri va tutelata l'italianità del latte
Di tutela dell'italianità parla il presidente della Copagri, Franco Verrascina, che in una nota commenta che «italianità è per noi la tutela e la valorizzazione del prodotto, nella fattispecie il latte, e dei produttori e teorico presupposto affinché i suddetti obiettivi possano essere perseguiti è che la Parmalat resti in mani italiane. Diciamo teorico presupposto - rileva Verrascina - perché sull'origine della produzione agroindustriale occorre lavorare ancora nella direzione della totale trasparenza. È incredibile constatare che, determinate le condizioni temporali per trovare una cordata italiana in grado di acquisire Parmalat, a muoversi per prima è sempre Lactalis, con il lancio dell'Opa. Dov'è l'interesse reale per l'agroalimentare italiano? Ci appelliamo - conclude Verrascina - affinché l'industria nazionale sappia adeguatamente rispondere alla Lactalis e, soprattutto, affinché venga garantito l'approvvigionamento da
prodotto italiano».

Le reazioni dalla politica
Reazioni all'annuncio di Lactalis vengono anche dalla politica, soprattutto dopo che il premier Silvio Berlusconi, durante la conferenza stampa a termine del vertice fra Italia e Francia a Villa Madama, ha detto di non considerare «ostile» l'Opa del gruppo francese. Maurizio Fugatti, capogruppo della Lega Nord in commissione Finanze della Camera, afferma di auspicare «che la cordata italiana possa ancora intraprendere iniziative che difendano l'italianità del marchio Parmalat. Se qualche anno fa i soloni del liberismo fatto in Italia e non in Francia avessero ascoltato la Lega, oggi Parmalat non sarebbe sotto l'Opa di Lactalis. Le nostre proposte - dice Fugatti - erano infatti di reciprocità e non permettevano ai francesi di fare in Italia quello che non veniva concesso agli italiani in Francia».

«Il Governo ha permesso che la Parmalat fosse risanata sulle pelle dei risparmiatori truffati - afferma in una nota Felice Belisario, capogruppo dell'Italia dei Valori in Senato - e ora sta regalando un pezzo di buona economia del Paese alla Francia, che al contrario si è sempre opposta all'ingresso dei nostri imprenditori in gruppi economici e finanziari di interesse nazionale. Tanto in economia quanto in politica, l'Italia all'estero é costretta a relazionarsi con il cappello in mano».

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