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Questo articolo è stato pubblicato il 26 aprile 2011 alle ore 14:26.

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In Siria 400 morti e più di 500 arrestiIn Siria 400 morti e più di 500 arresti

Sono almeno 500 le persone arrestate in Siria dopo la stretta decisa dal regime con l'invio dei carri armati a Deraa, cuore delle proteste contro Bashar al-Assad, dove oggi i militari hanno ripreso a sparare contro i civili. A denunciarlo è stata l'organizzazione per i diritti umani Sawasiah, secondo cui almeno 20 persone sono state uccise fra ieri e oggi nella città vicino al confine con la Giordania. Un bilancio che per Amnesty International, che ha denunciato la «brutale reazione alle richieste della gente», è invece di 23 vittime.

«Testimoni ci hanno riferito che almeno 20 civili sono stati uccisi a Deraa ma non abbiamo i nomi e non siamo in grado di verificare», ha affermato un esponente di Sawasiah, aggiungendo che altri due civili sono stati assassinati a Douma, sobborgo della capitale. Un attivista di Deraa, Abazid Abdullah, ha riferito alla France Presse che anche stamattina sono in corso scontri, con le truppe che sparano contro gli abitanti. I militari avrebbero anche circondato l'abitazione di un religioso, che sabato scorso aveva rassegnato le proprie dimissioni per protesta contro la brutale repressione. Almeno 500 persone, invece, sono state fermate in diverse città siriane, sempre secondo Sawasiah. «Scegliendo di utilizzare l'artiglieria contro il proprio popolo, il governo siriano mostra di essere determinato a reprimere le pacifiche proteste a qualunque costo, compresa la vita dei cittadini siriani», ha osservato Malcom Smart, direttore di Amnesty International per il Medio Oriente e il Nordafrica.

Gli Usa preparano sanzioni
Gli Usa preparano «sanzioni mirate» contro la Siria per la sanguinosa repressione del regime di Bashar el-Assad mentre Francia, Gran Bretagna, Germania e Portogallo stanno facendo circolare all'interno del Consiglio di Sicurezza dell'Onu una bozza di dichiarazione di condanna. Lo riferiscono fonti del Palazzo di Vetro. L'incognita resta l'eventuale veto di Russia e Cina.

L'ambasciata americana parzialmente evacuata
Gli Stati Uniti hanno ordinato alle famiglie dei diplomatici e al personale non indispensabile della ambasciata a Damasco di lasciare la Siria, a causa della «instabilità e della incertezza» della situazione. L'ordine di partenza è stato diramato dal Dipartimento di Stato, che ha anche invitato i cittadini americani a limitare i viaggi non essenziali nel Paese.
Proprio lunedì sera un funzionario di governo (il portavoce del National Security Council, Tommy Vietor) aveva annunciato che gli Usa sono pronti ad adottare «sanzioni mirate» contro le autorità siriane in risposta all'uso «assolutamente deplorevole» della violenza contro i dimostranti. Nonostante la repressione in corso - che secondo le organizzazioni a tutela dei diritti umani ha fatto almeno 390 morti nell'ultimo mese - gli Stati Uniti non hanno tuttavia minacciato di richiamare l'ambasciatore a Damasco, nominato a gennaio dopo sei anni di vacanza dell'incarico.

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