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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2011 alle ore 06:37.

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PARIGI. Dal nostro corrispondente
L'opacità dei conti del gruppo Lactalis non preoccupa, e incuriosisce, soltanto dirigenti e azionisti di Parmalat, i politici italiani, giornalisti e osservatori dei due Paesi. Ma anche, anzi soprattutto, la Consob. Che infatti, stando a fonti finanziarie francesi, avrebbe messo questa voce in testa alla lista di chiarimenti inviata alla Sofil, la società controllata al 60% dalla famiglia Besnier (il restante 40% è in mano a Crédit Agricole, Bnp Paribas e Société Générale), firmataria della comunicazione all'autorità di controllo italiana sull'Opa Parmalat. Comunicazione inviata contemporaneamente alla diffusione del comunicato stampa sull'operazione.
La lista delle informazioni che la Consob vuole avere dalla finanziaria della famiglia di Laval sarebbe lunga, ma i punti principali sarebbero quattro: appunto le principali grandezze economico-patrimoniali del gruppo, che non pubblica bilanci, al 31 dicembre 2010; le caratteristiche del finanziamento bancario assicurato da Agricole, Hsbc, Natixis e SocGen, in particolare per quanto riguarda l'esistenza di eventuali covenant, cioè impegni collaterali di vario genere contenuti nell'accordo tra la società offerente e gli istituti di credito finanziatori; i criteri utilizzati per la determinazione del prezzo (che, trattandosi di un'Opa volontaria, non rispondono a obblighi particolari); se esista infine l'intenzione di procedere, in un futuro più o meno lontano, a una fusione per incorporazione.
Sofil ha tre giorni lavorativi di tempo per rispondere. Quindi entro la fine della settimana o al più tardi lunedì. Anche se da Laval fanno sapere che tutte le risposte saranno fornite venerdì durante un incontro con gli analisti finanziari. I chiarimenti alla Consob dovrebbero quindi arrivare prima.
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