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Questo articolo è stato pubblicato il 29 aprile 2011 alle ore 15:17.

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È stato un incendio, scoppiato alle 4.45 di questa mattina nel power center della server farm principale interessando le batterie dei sistemi Ups, dove sono localizzati i gruppi di continuità preposti a garantire l'esercizio ininterrotto degli apparati, a provocare il fermo macchina di Aruba ad Arezzo. L'intervento dei vigili del fuoco è stato, a quanto si è appreso, tempestivo ma solo verso le 8.00 sono terminati i lavori per mettere in sicurezza tutto lo stabile e allo stato attuale non vi sono conferme circa i tempi precisi in cui la funzionalità del data center tornerà alla normalità.

Le conseguenze dell'incidente, che non ha provocato danni ai server e alle sale dati, sono state comunque rilevanti: staccata per ragioni di sicurezza la corrente elettrica, sono andati infatti in blackout per diverse ore i sistemi di migliaia di aziende e centinai di migliaia di siti Web. E basta dare una scorsa ai numeri che contraddistinguono l'operato della società solo in Italia – oltre 1,6 milioni di clienti ed altrettanti domini Web gestiti, oltre 1,2 milioni di siti attivi in modalità hosting, oltre 5 milioni di caselle e-mail, oltre 5mila server – per rendersi conto della portata di quanto accaduto.

Il provider, in tarda mattinata, ha comunque comunicato dal proprio sito di aver ripristinato due sale server su tre mentre è ancora in corso, al momento in cui scriviamo, il ripristino degli Ups che assicurano la continuità al servizio. Non è quindi escluso, recita ancora la nota di Aruba, che in caso di interruzione di energia potrebbero verificarsi "down" imprevisti. Impossibile, al momento, certificare con precisione l'entità dei problemi operativi provocati alle aziende clienti (molte delle quali attive anche sui servizi di posta elettronica certificata) dall'incendio, originato secondo i vigili del fuoco da un surriscaldamento.

Tramite Twitter, Aruba ha reso via via di pubblico dominio l'evoluzione della situazione – spiegando da subito come «si sta privilegiando la sicurezza delle persone, in quanto la riaccensione senza dovute verifiche, creerebbe un pericolo e causerebbe nuove ricadute» - ma il tutto non ha ovviamente calmato la rabbia degli utenti trovatisi "a terra" per effetto del blackout. Di certo, al momento, c'è solo il fatto che un pezzo della rete Internet del Paese è venuta meno per qualche ora e con essa le transazioni di migliaia di imprese commerciali. Tanto da poter definire l'incidente di stanotte il più grosso stop che il Web nazionale abbia forzatamente subito da quando è nato.

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