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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 08:12.

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ROMA
Difendere un marchio per proteggere il patrimonio immateriale dell'azienda. È un refrain al quale è ormai abituato il sistema industriale italiano, tacciato da sempre di scarsa attenzione al valore intangibile dell'innovazione. Di certo, i tempi lunghissimi delle decisioni politiche non aiutano.
Solo adesso dovrebbe sbloccarsi l'iter per introdurre anche in Italia l'opposizione alla registrazione dei marchi d'impresa. Una novità che, secondo gli addetti ai lavori, aiuterà molto le piccole e medie imprese che vogliono proteggere i marchi e limiterà le cause ordinarie. Si potrà anticipare la difesa dei propri diritti sui marchi anche nella fase di registrazione dell'idea: il procedimento, in sostanza, consentirà di risolvere preventivamente le controversie. L'opzione sarà disponibile per le domande depositate a partire da maggio, ha assicurato ieri Loredana Gulino, direttore generale dell'Ufficio italiano brevetti e marchi del ministero dello Sviluppo economico, intervenendo al convegno organizzato al Cnel per la XI Giornata mondiale della proprietà intellettuale.
Ogni impresa titolare di un marchio potrà presentare opposizione se riterrà che i propri diritti vengano pregiudicati da un marchio "preannunciato" nel Bollettino ufficiale che a partire da luglio sarà pubblicato con cadenza mensile sul sito www.uibm.gov.it. L'attesa è stata lunghissima: il procedimento per il varo dell'opposizione è definito infatti da un regolamento entrato in vigore all'inizio del 2010, per attuare il Codice della proprietà industriale varato cinque anni prima. Il decreto dello Sviluppo economico, che risulta alla firma del ministro, stabilirà che la procedura di opposizione venga applicata alle domande nazionali di registrazione del marchio di impresa, depositate a partire dal 1° maggio 2011, oltre che alle domande di registrazione di marchi internazionali (con estensione in Italia) e pubblicati nel primo numero della Gazzette de l'Organisation Mondiale de la Propriété Intellectuelle des Marques Internationales del luglio 2011.
Anche se lentamente, dunque, qualcosa si muove. «Abbiamo fatto un gran lavoro – tiene a sottolineare Gulino – per azzerare il backlog dei marchi, annullando nel mese di marzo uno stock di 160mila marchi in attesa di esame».
Procedure più snelle darebbero un'ulteriore spinta all'inventiva delle aziende italiane, che continua comunque a non sfigurare. Il bilancio presentato ieri alla Giornata della proprietà intellettuale segnala una dinamica sostenuta per le nuove domande: 69.671 tra brevetti per invenzioni, marchi e altre tipologie di richiesta, con un incremento di circa il 4 per cento. Per quanto riguarda le concessioni e registrazioni, nel 2010 si è arrivati a 161mila per i marchi nazionali, 16mila per le invenzioni, 2.400 per i modelli di utilità, 1.360 per disegni e modelli.
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