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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 08:13.

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LOS ANGELES
È salito a oltre 310 il numero delle vittime di una raffica di 164 tornado che hanno devastato intere regioni del Sud americano mercoledì notte, mentre le prime stime dei danni viaggiano già oltre i 3 miliardi di dollari. Deciso ad evitare che la catastrofe di questa primavera si trasformi in un'altra Katrina (l'uragano che uccise 1.800 persone a New Orleans nell'agosto 2005 e diventò una spina nel fianco per George Bush), ieri il presidente Barack Obama ha visitato il paese raso al suolo di Tuscaloosa, in Alabama, dove un micidiale tornado ha polverizzato un'area di 18 chilometri quadrati. «Non ho mai visto una devastazione come questa - ha detto il presidente, accompagnato dalla moglie Michelle e dal governatore dell'Alabama, Robert Bentley - faremo tutto ciò che potremo per aiutare a ricostruire».
A Tuscaloosa Obama ha ricevuto la notizia che il lancio della navicella Explorer da Cape Canaveral, dove era diretto con la famiglia in occasione della prima apparizione in pubblico della deputata Gabrielle Gifford, sarebbe stato rimandato. L'incontro con la Gifford, vittima di un attentato da parte di uno squilibrato a Tucson il gennaio scorso, avrebbe dovuto fare da positivo contrappunto alla fermata in Alabama.
L'attenzione è rimasta invece focalizzata sulla tragedia del Sud, una regione che impiegherà mesi, forse anni, a riprendersi dalla distruzione. La più intensa stagione di trombe d'aria dal 1974 ha virtualmente spazzato via l'intera industria del pollame, di cui l'Alabama è il terzo produttore del paese, ha interrotto le attività della seconda centrale nucleare della nazione, a Browns Ferry, per parecchie settimane, ha creato immensi danni al tessuto produttivo, ha fatto chiudere scuole e università, per non parlare delle abitazioni e delle infrastrutture. Migliaia di case sono state ridotte a cumuli di macerie, centinaia di strade sono interrotte con gravi disagi anche per squadre di soccorso, centinaia di auto distrutte, pali della luce abbattuti, alberi sradicati. In molte aree sono stati sospesi la distribuzione dell'acqua e i servizi di nettezza urbana, un milione di case sono senza elettricità e migliaia di senzatetto restano rifugiati in scuole e uffici pubblici.
Le compagnie di assicurazione, già subissate da migliaia di richieste di rimborso dei danni, hanno inviato nei sette stati colpiti (Alabama, Mississippi, Virginia, Arkansas, Tennessee, Louisiana e Georgia) i loro ispettori per determinare l'entità dei danni. Per dare un'idea della dimensione del fenomeno, gli esborsi del settore assicurativo per l'uragano Katrina del 2005 erano stati pari a un miliardo di dollari e per l'uragano Ivan del 2004 a due miliardi.
I costi per la ricostruzione saranno invece molto superiori. Come termine di paragone, Ivan aveva causato danni per 18 miliardi di dollari, l'uragano Andrew del 1992 26 miliardi e Katrina quasi 200. L'ultimo grave terremoto del gennaio 1994 a Los Angeles è costato "solo" 20 miliardi. Gran parte dei costi di ricostruzione sarà coperto dal governo federale, che ha iniziato a coordinare aiuti e assistenza con grande celerità, in netto contrasto con la lenta risposta dell'amministrazione Bush all'uragano Katrina. Il nuovo direttore della Fema (Federal Emergency Management Agency), l'agenzia vituperata per la malgestione della crisi a New Orleans, è arrivato in Alabama già giovedì per supervisionare la distribuzione immediata di cibo, acqua e servizi medici ai senza tetto. Il governo ha anche inviato la Guardia nazionale per iniziare le opere di rimozione dei detriti, per pattugliare le aree distrutte e impedire saccheggi.
I meteoreologi intanto tengono d'occhio le condizioni atmosferiche per monitorare la formazione di altre trombe d'aria. L'aprile 2011 detiene già il record per il numero più alto di trombe d'aria in un mese: 900.
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