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Questo articolo è stato pubblicato il 30 aprile 2011 alle ore 08:12.

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LONDRA. Dal nostro corrispondente
La riaffermazione della propria grandezza passa da una lunga sfilata di simboli, sequenza ininterrotta di generazioni e oggetti, fra passato e futuro, che si compie davanti a un altare, su una carrozza, in un vestito, in un'auto, in un palazzo reale, nel volo di eterne glorie belliche. Londra ha sposato ieri il principe William, 29 anni, e la coetanea, borghese Catherine - Kate - Middleton in una cerimonia perfetta, distillato di pura britishness, spot solenne all' "inglesitudine" con la sola, veniale eccezione della capigliatura scossa di Harry, fratello dello sposo. Anche quella zazzera, appena scomposta in realtà, ha avuto un ruolo, completando la tela con un tratto di eccentricità, spezia inevitabile oltre la Manica. «Ci siamo divertiti, ci siamo sentiti inglesi», ha commentato una signora avvolta nell'Union Jack in attesa di vedere il timido bacio della coppia reale sul balcone del palazzo. Pensiero che, in poche parole, ha fermato l'essenza vera del matrimonio del secolo.
Londra aveva bisogno di una boccata di patriottismo per navigare la crisi economica che solo ora comincia a mordere con un piano di tagli da far tremare i polsi, diretto com'è a cancellare un deficit pari al 10% del Pil, in un lustro. Aveva bisogno di rivedere sé stessa, in rapida sequenza, per trovare la forza di unirsi, il coraggio di reagire. Non basterà il sorriso che ha regalato Catherine, Sua Altezza Reale duchessa di Cambridge, per volontà espressa ieri da Elisabetta II. Non basterà, neppure, quel «sei bellissima» che lo sposo ha detto alla sposa poco prima di prenderla in moglie. Il rito e la passione non basteranno, ma hanno dimostrato di essere un grande aiuto per far stringere i denti a un Paese intero. Di più William e Kate non potevano fare e lo hanno fatto al meglio, enfatizzando i segni intramontabili di ieri e quelli di domani.
Simboli, appunto. Dalla Rolls Royce d'antan che la regina ha prestato a Michael Middleton per accompagnare la figlia all'abbazia di Westminster, fino agli Spitfire e Lancaster impegnati nella Battaglia d'Inghilterra e passati radenti nel cielo sopra Buckingham Palace. In mezzo tutto il resto. La divisa rossa delle Irish Guards di William; l'abito di Kate, della maison di Alexander Mc Queen in seta color avorio corredato di un velo con i simboli di Inghilterra e Scozia, Galles e Irlanda del Nord; la solennità di Westminster; la carrozza Landau costruita nel 1902 e usata da Diana quando sposò Carlo nel 1981. C'era tutto quanto fa Gran Bretagna, compresa, naturalmente la famiglia reale allargata ai parenti minori. Un bagno di nobiltà che non ha sommerso i borghesi Middleton, cominciando da Pippa, sorella di Kate, tremante nel reggere lo strascico della sposa.
Dettagli di umanissima emozione che hanno trascinato sulla terra i Windsor e per questo, come fu per Diana, apprezzati ancor di più da un popolo che voleva tutto. La favola e la realtà, l'illusione onirica e la percezione autentica, l'arrendevolezza di una lacrima e la solidità di uno Stato che ha riaffermato la propria centralità al popolo e al mondo. Tutto appunto, reclamavano almeno un milione di persone sparse fra Hyde park, Saint James's park, Mall e Westminster. Passanti e campeggiatori, inglesi e stranieri. «Arrivo da Detroit e solo per questo matrimonio»: Beverly, 62 anni, direttore marketing in pensione, ha presidiato in tenda un pertugio lungo l'itinerario reale. «Ho dormito qui anche se ho una stanza in quell'albergo». Roba da 500 dollari a notte, ma buona sola per rinfrescarsi, dopo aver schiacciato un occhio a William e Kate. Fredom Scott Tarsley ha 9 anni, è una gloria degli scout e intrattiene con la regina una fitta corrispondenza. «Ci teneva molto - dice il padre Denny, psichiatra, uscendo dal suo accampamento - non potevamo deluderlo».
Non potevano deludere sé stessi, perché ieri i pellegrini raccolti alle porte di Buckingham palace cercavano una parola per ricominciare e l'hanno avuta nella liturgia di una tradizione interpretata senza sbavature. Quella stessa che fece dire a Faruk, sovrano deposto d'Egitto: «Fra qualche decennio ci saranno solo i re delle carte da gioco e quello d'Inghilterra». Un presagio che, per rinnovarsi, doveva chiudere l'epoca cupa della morte di Diana. Quell'epoca l'ha seppellita ieri suo figlio con una donna che già occupa il cuore di un popolo intero.
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