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Questo articolo è stato pubblicato il 03 maggio 2011 alle ore 19:13.

La Corte di Cassazione ha confermato la condanna all'ergastolo ai coniugi Olindo Romano e Rosa Bazzi per la strage di Erba del 2006, in cui morirono quattro persone. Al termine di quattro ore di camera di Consiglio, la Prima sezione penale della Cassazione ha confermato la condanna emessa dalla Corte d'assise d'appello di Milano il 20 aprile 2010.

Fabio Schembri, legale di Olindo e Rosa ha commentato laconico: «Speravamo in un annullamento, invece c'è stata la conferma della sentenza. Ne prendiamo atto. A meno di elementi nuovi, la sentenza è definitiva, ma negli ultimi tempi ci sono stati sviluppi che in questo processo non sono entrati. Le dichiarazioni di Azouz Marzouk meritano un approfondimento insieme ad altri elementi che dovranno essere valutati. Oggi è successa una cosa estremamente anomala con la revoca di una parte civile». Olindo e Rosa, aspettavano in carcere la sentenza. «La loro preoccupazione più grande alla vigilia della sentenza - ha rivelato l'avvocato - era quella di non vedersi più».

Azouz Marzouk, in effetti, non voleva la condanna definitiva di Olindo Romano e Rosa Bazzi. Oggi, all'apertura dell'udienza in Cassazione, il tunisino, marito di Raffaella Castagna e padre del piccolo Youssef, tutti uccisi insieme alla suocera e alla vicina di casa, premeva perché il suo avvocato, Roberto Tropenscovino, chiedesse l'annullamento delle condanne e la riapertura del processo, ma si è trovato in totale disaccordo con il legale, e per questo gli ha revocato il mandato.

«Marzouk - spiegava al telefono l'avvocato Tropenscovino - anziché discutere la sua posizione, sulla linea che ho sempre adottato in questi quattro anni, voleva che cambiassi rotta e chiedessi la riapertura del processo alla luce di una sua convinzione di non colpevolezza dei due coniugi. Io non ho condiviso questa tesi, per cui ho rimesso il mandato in aula, anche per una questione di dignità professionale. Come parte civile siamo stati artefici della condanna. Quando mi ha manifestato la sua richiesta poco prima dell'udienza, gli ho risposto che non ero d'accordo e per questo intendevo rinunciare al mandato. Marzouk ne ha preso atto e contestualmente ha revocato il mandato».

«Circa un mese fa Marzouk - spiegava ancora l'avvocato - si è convinto del contrario di tutto quello che abbiamo sempre sostenuto, palesandolo in un'intervista. Stamattina mi ha confermato la sua intenzione personalmente prima dell'udienza. Il perché si è convinto della non colpevolezza dei Romano bisogna chiederlo a lui. Giuridicamente non trova giustificazione, umanamente bisogna chiederlo a lui. Nessun elemento nuovo è stato portato al processo».

«Le insinuazioni di Marzouk ci hanno fatto male, ma ci siamo abituati e ormai da tanto tempo ci abbiamo fatto il callo, speriamo che questo sia l'atto finale. Ci auguriamo che tutti rispettino la decisione della Cassazione, qualunque essa sia. Non ho nessun dubbio sulla colpevolezza dei coniugi Romano e non li perdonerò mai». Così Pietro Castagna, uno dei fratelli di Raffaella Castagna, ha commentato l'udienza di oggi in Cassazione e la decisione di Marzouk di revocare il suo legale e avanzare dubbi sulla responsabilità della famiglia Castagna nella strage di Erba.

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