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Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2011 alle ore 19:58.

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La nomina di nove nuovi sottosegretari ha lasciato uno strascico di malumori e veleni all'interno della maggioranza. Qualcuno, come il duo pidiellino formato da Giuseppe Galati (avvocato calabrese già sottosegretario nel Berlusconi I e II) e Mario Baccini (già ministro della Funzione pubblica nel Berlusconi ter), ha già vibratamente protestato con una nota piena di livore. «Il presidente Berlusconi non ha mantenuto gli impegni». Altri, sempre in casa del premier (leggi Anna Maria Bernini, Barbara Saltamartini, Paola Pelino), vengono tranquillizzati con la promessa che la loro nomina rientrerà nella prossima tranche, ma il mal di pancia resta.

Tanti scontenti a via dell'Umiltà
I più delusi sembrano essere proprio quelli del Pdl che portano a casa solo la nomina del calabrese Antonio Gentile. La cui promozione sarebbe legata al feroce scontro sorto a Cosenza, città natale del senatore, attorno alla candidatura del centro-destra per la poltrona di sindaco, accordata all'Udc con grave malcontento degli azzurri e dell'ala calabrese del partito del Cavaliere. Ma le nomine hanno scontentato anche alcune deputate in lizza per un incarico di sottosegretario: dall'avvocato Anna Maria Bernini, strenuo difensore del premier davanti alle telecamere tv, alla giovane Barbara Saltamartini, spigliata e combattiva. Fino a Paola Pelino scalzata all'ultimo momento da un altro abruzzese come lei, Giampiero Catone. Senza contare, poi, che anche l'ex ministro Claudio Scajola (che ieri ha incassato dalla procura di Perugia la certificazione della sua estraneità nell'inchiesta sui Grandi appalti) reclama spazio e molti scommettono che dopo le amministrative proprio Scajola potrebbe essere nominato ministro delle Politiche comunitarie.

Le fibrillazioni dentro Noi Sud
Ad agitare ancor di più le acque in casa del Cavaliere contribuiscono poi le promozioni dei due ex Fli, rientrati nel Pdl: Roberto Rosso e Luca Bellotti. Che hanno provocato molte fibrillazioni anche tra i Responsabili rimasti fuori dalla partita. Come quelli della corrente di Noi Sud (che fa capo al sottosegretario Enzo Scotti). Qui la gara tra Antonio Milo ed Elio Belcastro ha finito per sfavorire entrambi. L'intoppo sembra essere nato per l'intervento in extremis dell'ex ministro Dc a favore di Milo (che dentro Noi Sud fa parte della stessa corrente di Scotti). Con il risultato che la nomina è stata congelata, ma Belcastro (che era dato in vantaggio rispetto al compagno di partito) si mostra sicuro. «Ho avuto grande solidarietà da Berlusconi che mi ha dato la sua parola d'onore».

La protesta dei Cristiano popolari
Proprio come è accaduto con l'ex notista politico, Francesco Pionati, dato tra i promossi fino alla fine e rimasto invece fuori. Verdini l'ha pubblicamente ringraziato per il passo indietro e lui continua a lanciare segnali al premier: ha accettato di farsi da parte, ma si aspetta la sua ricompensa senza per ora alzare la voce. Chi, invece, ha subito protestato per l'esclusione è la piccola formazione dei Cristiano popolari dell'ex Mario Baccini. Che ha probabilmente ancora davanti il fotogramma della convention del suo movimento, celebrata il 31 marzo scorso. Quando il premier, collegato telefonicamente, rispose con un «benissimo» proprio a Baccini che suggeriva a Berlusconi la candidatura di Giuseppe Galati a sottosegretario. «Mai nella nostra collaborazione politica in corso ormai da diversi anni - aveva aggiunto il premier -, ci siamo trovati su posizioni diverse». Non sul rimpasto, evidentemente.

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