Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 06 maggio 2011 alle ore 06:40.

My24


ROMA
Vanno processati l'ex capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, l'imprenditore Diego Anemone e l'ex presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici, Angelo Balducci. È la richiesta formulata dal procuratore capo di Perugia, Giacomo Fumu, e dai pm Sergio Sottani e Alessia Tavarnesi a conclusione dell'inchiesta sul G-8 e sugli altri Grandi eventi affidati alla Protezione civile.
In tutto le richieste di rinvio a giudizio – per le ipotesi di reato, a vario titolo, di associazione per delinquere e corruzione – riguardano 19 persone, tra cui anche l'ex provveditore alle Opere pubbliche della Toscana, Fabio De Santis, e 11 società.
Nell'elenco non figura l'ex ministro Claudio Scajola che, proprio perché tirato in ballo nell'inchiesta per l'acquisto di una appartamento nella capitale, il 4 maggio dello scorso anno rassegnò le dimissioni. «Mi sono sempre proclamato totalmente estraneo a questa vicenda – ha commentato l'ex titolare del dicastero dello Sviluppo economico, peraltro mai indagato dai pm perugini – e la chiusura dell'inchiesta lo conferma in modo ufficiale e definitivo. Bisogna farla finita con i processi mediatici e sommari». Solidarietà a Scajola è stata espressa da numerosi esponenti del Pdl: dai ministri Alfano, Matteoli, La Russa e Gelmini ai coordinatori Bondi e Verdini, fino al presidente dei senatori Gasparri, che chiede che all'ex ministro «sia assegnato un ruolo importante». «Ancora una volta – ha detto La Russa riassumento il pensiero dei tutti gli esposnenti del centro-destra intervenuti in difesa di Scajola – un esponente del Pdl, dopo che per mesi è stato sottoposto a una vera e propria gogna mediatica, viene prosciolto da ogni accusa. Dice bene Denis Verdini quando sostiene che questo continuo massacro mediatico non è degno di un Paese civile».
Dall'inchiesta, secondo i pm di Perugia, emerge la «prova incontrovertibile dell'asservimento della pubblica funzione» di Bertolaso, indagato per corruzione. Per i pm l'ex capo della Protezione civile, che si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, avrebbe assicurato alla cosiddetta "cricca" degli appalti, in cambio delle presunte utilità ricevute da Anemone, una «protezione globale» con una «sistematica violazione delle regole». Le utilità ricevute dall'imprenditore, in particolare, sono la disponibilità di un appartamento in Via Giulia a Roma, 50mila euro in contanti consegnati a Bertolaso dallo stesso imprenditore, e prestazioni sessuali in "regalo" presso il Salaria sport village.
Per quanto riguarda gli altri indagati, hanno chiesto di patteggiare il magistrato romano Achille Toro, il figlio Camillo (sono accusati di rivelazione di segreto d'ufficio) e l'architetto Angelo Zampolini, l'uomo che avrebbe fatto da intermediario nell'acquisto della casa con vista sul Colosseo per Scajola, l'episodio per il quale l'ex ministro rassegnò le dimissioni.
«Mi sono dimesso da ministro – ha ribadito ieri Scajola in un video sul suo sito Internet – a seguito di una campagna di stampa molto violenta contro di me. Si era fatto passare il messaggio, attraverso virgolettati, che qualcuno notte tempo, a mia insaputa, avesse pagato parte della mia casa di Roma. L'inchiesta dimostra la mia estraneità a questa vicenda. Non solo. La perizia giurata sul valore di quell'immobile dimostra la congruità di quel prezzo».
L'inchiesta perugina non è comunque di fatto ancora conclusa. I magistrati sono infatti in attesa delle decisioni in merito alla richiesta di autorizzazione a procedere al Parlamento per l'ex ministro Pietro Lunardi nel filone che coinvolge il cardinale Crescenzio Sepe per la compravendita di un palazzo di Propaganda Fide guidata allora dal prelato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
LA PAROLA CHIAVE
Corruzione
Corruzione è il reato contestato all'ex capo della Protezione civile Guido Bertolaso assieme a quello, a vario titolo, di associazione per delinquere. Il reato di corruzione è disciplinato dagli articoli 318-322 del codice penale, c he prevede diverse ipotesi di corruzione. In generale la corruzione è la condotta propria del pubblico ufficiale che riceve, per sé o per altri, denaro od altre utilità che non gli sono dovute. Le pene previste variano da 1 a 20 anni (nel caso di corruzione in atti giudiziari) di reclusione

Shopping24

Dai nostri archivi