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Questo articolo è stato pubblicato il 08 maggio 2011 alle ore 15:07.

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Tragedia sfiorata poco prima dell'alba sulle coste di Lampedusa. Un barcone proveniente dalla Libia con a bordo circa 500 migranti si è incagliato verso le 4 del mattino davanti al porto di Lampedusa. Tutti sono stati tratti in salvo, qualche ferito, e soprattutto tanta paura per le centinaia di profughi a bordo. Fortunatamente, non si è ripetuta la tragedia avvenuta ieri a poche centinaia di metri dalla costa di Tripoli, dove 600 persone hanno perso la vita in mare.

Il recupero dei naufraghi e le operazioni di soccorso sono durate circa un'ora. Sulla barca erano riusciti a salire tre finanzieri - hanno raccontato fonti del Comando Generale della Guardia di Finanza - che hanno cercato di dirigere l'imbarcazione verso l'imboccatura del porto quando il timone si è improvvisamente rotto impedendogli di virare verso sinistra. A causa dell'avaria, il barcone si è dunque incagliato sugli scogli e, quel punto, molti degli occupanti, in preda al panico, si sono lanciati in mare nel tentativo di raggiungere a nuoto le coste. Decine di soccorritori si sono buttati in mare (finanzieri, uomini della capitaneria, carabinieri, poliziotti, volontari, i pescatori di Lampedusa) e si è fermata una catena umana per portare in salvo le persone. Le operazioni di soccorso erano complicate dalla risacca, le motovedette in mare non si potevano avvicinare a causa del basso fondale. Alla fine tutti sono stati tratti in salvo, anche se alcuni degli immigranti (tra cui molte donne, alcune incinte, e bambini) hanno riportato lievi ferite (contusioni o lacerazioni da sfregamento).

Il naufragio è avvenuto poco dopo l'arrivo di un'altra imbarcazione, verso le 2 di notte, con oltre 850 persone a bordo che sono già state imbarcate sulla nave «Flaminia» della Tirrenia, attraccata al molo di Cala Pisana. Il traghetto dovrebbe lasciare l'isola in serata. Non si fermano, infatti, gli arrivi di profughi dalla Libia a Lampedusa: ieri erano 1.034 le persone identificate presenti sull`isola, tra cui 91 minori non accompagnati e 14 con familiari.

Il ministro dell'Interno, Roberto Maroni, ha precisato che per quanto riguarda tutti gli arrivi degli ultimi giorni si tratta di «profughi non rimpatriabili, partiti dalla Libia a causa della guerra». Secondo il ministro, «il flusso di clandestini si è invece praticamente fermato, grazie all'accordo da me firmato il 5 aprile con Tunisi».

E se da un lato il capo del dipartimento della protezione civile, Franco Gabrielli, ha voluto fare un plauso e ringraziare chi stanotte si è lanciato in mare per salvare i migranti, auspicando che «ogni forma di chiusura ed egoismo possa essere immediatamente abbandonata, nel segno di una proficua e necessaria collaborazione tra tutte le forze in campo«, dall'altro l'associazione Save the children, che dal marzo del 2008 effettua assistenza umanitaria a Lampedusa, chiede che si faccia di tutto per evitare «che si consumino altri drammi del mare» e avanza una ipotesi: operare un immediato trasferimento in Europa ed in Italia dei profughi che già nei campi di accoglienza sono riconosciuti meritevoli di protezione internazionale, sotto l`egida dell`Alto commissariato dei rifugiati, secondo un piano di resettlement concordato con le comunità locali, «dando priorità ai minori soli, alle donne con bambini e agli altri soggetti vulnerabili».

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