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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2011 alle ore 06:36.

Sfratti, pignoramenti, esecuzioni immobiliari. Il vocabolario della famiglia, in tempi di crisi, si declina (anche) in tribunale. Negli ultimi tre anni, i dati raccolti nelle cancellerie hanno registrato un continuo peggioramento: procedimenti in crescita a doppia cifra e privati sempre più in difficoltà con il pagamento dell'affitto, del mutuo, dei prestiti al consumo.
Nel primo quadrimestre 2011, invece, il segno meno prevale in diversi tribunali e offre un primo indizio di miglioramento. Vale per gli sfratti per morosità (-12,9% su base annua), per i pignoramenti mobiliari (-12,2%) e per le esecuzioni immobiliari (-2,5%). Da qui ai livelli pre-crisi, però, la distanza è ancora molto grande. E le differenze territoriali non consentono di arrivare a conclusioni definitive.
A Genova le richieste di sfratto sono state 565 nei primi quattro mesi di quest'anno, in calo dell'8,5% su base annua. Stesso andamento a Palermo, dove la percentuale è -8 per cento. A Torino, invece, il 2011 si è aperto con un incremento dell'1,3% con 1.447 famiglie chiamate a lasciare la propria abitazione. Non mancano, poi, centri di medie dimensioni in controtendenza come Lecco (+12,1%) e Mantova (+8%).
«La situazione è molto variegata e si presenta sostanzialmente a pelle di leopardo, anche in base alla situazione economica dei singoli territori, alcuni dei quali danno segnali tendenzialmente di uscita dalla crisi e altri no», osserva Corrado Sforza Fogliani, presidente di Confedilizia, la principale associazione dei proprietari. Anche perché, sempre più spesso, a fare la differenza sono le specificità locali: «Rileviamo una minore tensione nelle grandi città – aggiunge Sforza Fogliani – mentre la situazione è diversa, e persino opposta, nei piccoli centri, in particolar modo per quelli interessati da crisi aziendali rilevanti». Che la situazione non possa dirsi avviata alla normalità lo confermano anche le stime del Sunia, sindacato inquilini, che prevede 200mila sfratti per morosità emessi in tutta Italia nei prossimi tre anni, dopo i 150mila registrati tra il 2008 e il 2010.
Le risultanze delle aule di giustizia possono essere incrociate anche con le rilevazioni sulla qualità del credito alle famiglie condotte da Crif. Il calo di pignoramenti ed esecuzioni immobiliari – così come quello dei decreti ingiuntivi, che interessano in parte anche i privati – è stato "anticipato" dall'andamento del tasso di default (cioè di insolvenza) delle famiglie. Quando il tasso diminuisce, il credito diventa più affidabile e il contenzioso in tribunale diminuisce.
A giugno del 2008 i default riguardavano il 2,3% dei finanziamenti al consumo, mentre a dicembre erano arrivati al 3,2%, per poi scendere al 2,9% a settembre del 2010. Un andamento positivo, dunque, che però non consente di dire che il peggio è alle spalle. Secondo Enrico Lodi, direttore generale credit bureau services di Crif, nei prossimi anni ci sarà «uno scenario caratterizzato da un'ulteriore emersione di sofferenze nel biennio 2011-12, sebbene a ritmi progressivamente ridotti».