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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2011 alle ore 06:37.

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Il Parlamento è in stand-by (LaPresse)Il Parlamento è in stand-by (LaPresse)

Ufficialmente per sette giorni non si lavorerà – se non nell'ombra – alle riforme della giustizia e alle leggi per mettere al riparo il premier dai processi che lo riguardano. Sette giorni di pausa, forse, poi tutte le leggi politicamente più sensibili torneranno in primo piano: non solo la giustizia, ma anche il decreto omnibus e quello anti-scalate, il "decreto sviluppo" varato giovedì scorso dal Consiglio dei ministri e il biotestamento.

In vista della tornata elettorale delle amministrative di domenica e lunedì prossimi, per una settimana i lavori del Parlamento si fermano pressoché completamente. Col dubbio però dei tempi e delle modalità di risposta – la convocazione delle Camere per un voto di fiducia o una semplice «comunicazione» del Governo – che i presidenti delle Camere daranno alla richiesta del capo dello Stato, Giorgio Napolitano, di un «passaggio parlamentare» dopo il ribaltone nel Governo con l'infornata di 9 nuovi sottosegretari.

Ufficialmente intanto le assemblee e quasi tutte le commissioni restano ferne. Per ripartire martedì 17 maggio, a urne chiuse. E l'esito del voto sarà anche la cartina di tornasole delle chance che avranno nell'immediato tutte le leggi in cantiere in Parlamento già promosse dal Governo e di quelle che stanno per arrivare.

A tre anni dall'insediamento e a due dal termine della legislatura, il Parlamento è così a un nuovo bivio cruciale. Che metterà un punto fermo sul destino della quasi paralisi legislativa che dura ormai da mesi con una produzione ridotta all'osso e tutta dedicata al menu del Governo.

Proprio i decreti – sono quattro quelli in vigore, senza ancora il "decreto sviluppo" che arriverà a fine settimana – saranno i primi appuntamenti alla ripresa dei lavori. Alla Camera sarà subito in aula il Dl omnibus 34 che il Governo vuole blindare nel testo approvato dal Senato. Mentre a palazzo Madama si voteranno in via definitiva prima il Dl 37 sul voto ai referendum degli italiani temporaneamente all'estero, quindi il Dl 27 sui fondi alle forze dell'ordine e ancora il Dl 27 anti-scalate.

In rampa di lancio sempre alla Camera c'è poi la proroga per l'esercizio della delega sul federalismo fiscale, in attesa che rispunti il Ddl sul biotestamento. Mentre la maggioranza promette ancora di stringere i tempi a Montecitorio sulla riforma costituzionale della giustizia e magari sul rilancio dello stop alle intercettazioni. Risultato delle urne di domenica permettendo.

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