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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 13:52.

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La pallina illegale spopola nel golf. Ecco che cos'è e perché sta diventando un business milionario (Corbis)La pallina illegale spopola nel golf. Ecco che cos'è e perché sta diventando un business milionario (Corbis)

NEW YORK - Il problema è riconosciuto universalmente ed è il più serio per i circa 200 milioni di golfisti censiti su base globale quando si preparano al primo tiro, il più lungo, per andare in buca: la svirgola al "tee off". Succede nel 90% dei casi quando la pallina, dopo un "driver" in apparenza perfetto, vira in volo ora a destra ora a sinistra per sparire in un bosco, nell'erba alta, in un laghetto artificiale, comunque lontanissima dal "fairway", dal prato centrale che ti avvicina in buca.

L'invenzione è dunque rivoluzionaria: una pallina che va sempre dritta, che non svirgola mai indipendentemente dal contatto. Per la Aero-X Golf, che ha brevettato la "self-correcting technology", una variazione dei piccoli dossi stampati sulle palline da golf, si tratta di garantire la salvezza per i giocatori e di assicurarsi profitti incredibili. Il New York Times, che non si fidava, ha fatto prove sul campo, aperto un'inchiesta e vidimato in prima pagina il successo del nuovo prodotto con un avvertimento: l'associazione nazionale del golf americano l'ha bandita dai tornei di qualunque livello.

La pallina è "illegale": è modificata rispetto agli standard stabiliti dai regolamenti e dunque non può essere accettata. Ma la soluzione viene dalla fisica, non dalla magia, come spiegano gli ideatori. L'ultima e innovativa versione della Polara Ball (la prima, messa a punto da Daniel Nepela e Fred Holmstrom, uscì sul mercato il 25 giugno 1974) è concepita in modo da ridurre l'effetto deviazione di almeno del 75% rispetto alle palline normali, una semplice innovazione dunque. Ma il comitato è stato inamovibile: pallina inaccettabile. Una sentenza che in altri tempi sarebbe stata una condanna a morte per il nuovo prodotto. I golfisti sono un popolo regolato dalla tradizione, dal fair play, dal rispetto delle regole, dalla stretta di mano.

Guai a barare e dunque guai ad usare una pallina "truccata". Ma i tempi cambiano, anche nel golf. L'inchiesta del New York Times conferma che il giocatore medio se ne infischia delle regole, sospetta che vi siano operazioni di lobby dei grandi produttori dell'establishment e visto che i tornei ufficiali sono comunque un miraggio è ben felice di usare la pallina illegale. La conclusione sociologica del quotidiano è uno specchio dei tempi: «...la nuove generazioni sono abituate a dissacrare, a scaricare musica online anche da siti non propriamente legali e a infrangere senza troppi patemi qualche regola... figuriamoci quanto possa intimidire l'etichetta di "non conformità" per una pallina da golf...».

E difatti Fredric Martenson un giocatore del New Jersey fino a ieri frustrato confessa: «Non mi importa un fico secco se non è legale. Non voglio passare metà della partita a cercare la palla». Buone notizie dunque per gli inventori. Secondo uno studio di Golf Datatech, società di ricerca del settore, circa il 28% dei golfisti sarebbe interessato a usare una pallina che migliora le prestazioni. E il mercato decolla: se si considera che per 12 palline modello Ultimate Straight Xs si spendono 50 dollari, 39,99 se si comprano online: subito dopo il lancio del primo modello ne erano state vendute 100mila dozzine. E presto saranno milioni.

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