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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 19:55.

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Dal Milan campione alla sorpresa Napoli i politici scendono in campo e si trasformano in ultrasDal Milan campione alla sorpresa Napoli i politici scendono in campo e si trasformano in ultras

Malgrado l'ennesimo scivolone in quel di Palermo il Milan celebrerà la sua apoteosi tra i supporters domenica 15 maggio, nell'ultima gara di campionato a San Siro. Il caso - oppure no - vuole che lo stesso giorno si svolgano le elezioni amministrative a Milano - oltre che in altre importanti città italiane - nelle quali Silvio Berlusconi (patron dei rossoneri) sarà capolista del Pdl a sostegno del candidato Letizia Moratti. Torna di attualità, allora, il binomio calcio-politica, da sempre uno dei pezzi forti dell'immagine vincente del presidente del Consiglio e leader del centrodestra italiano dal 1994 in poi.

Berlusconi ne ha fatto una bandiera e, anche prima della sua discesa in campo, il suo essere presidente del Milan lo ha reso forse più noto e popolare al grande pubblico che il suo impero mediatico e televisivo. L'attuale capo del Governo è convinto che le vittorie o le sconfitte del suo Milan portino voti, mobilitino il consenso elettorale: insomma, portino acqua al suo mulino elettorale. Lo ha dichiarato anche recentemente, quando ha detto (a Telelombardia) che lo scudetto gli porterà voti alle amministrative, così come la partenza di Kakà nel 2009, disse, aveva provocato una diminuzione nei consensi alle elezioni europee.

In effetti è stato rilevato come, in occasione di quelle elezioni, circa cinquemila schede furono annullate perchè contenevano frasi di protesta per la vendita di Kakà al Real Madrid. Secondo l'esperto di comunicazione politica Marco Cacciotto «i successi calcistici hanno sempre aiutato l'immagine vincente di Berlusconi, che è la vera colonna portante della sua strategia comunicativa; ma si tratta della costruzione di un'immagine complessiva più che di un effetto diretto sulla raccolta di voti». Secondo lo spin doctor un'importante vittoria calcistica potrebbe avere l'effetto di spingere al voto alcuni elettori solitamente distanti dalla competizione politica ma non certo di influenzare radicalmente la preferenza di chi, pur se tifoso milanista, è un elettore convinto del centrosinistra. «Per Berlusconi - secondo Cacciotto - è più importante evitare gravi sconfitte calcistiche, vendere calciatori importanti e preservare la sua immagine di presidente vincente e capace di spendere per mantenere il suo primato» .

Ma il voto milanese ha un altro curioso risvolto politico-calcistico-familiare: quello che riguarda l'Inter e Milly Moratti, moglie del presidente dell'Inter Massimo e a capo di una lista ecologista che sostiene il candidato di centrosinistra Giuliano Pisapia contro la cognata Letizia Moratti. Con un certo tempismo la campagna abbonamenti dei nerazzurri ritrae il presidente dell'Inter sorridente con la coppa del mondo per club in mano seguito da una felice Milly Moratti. La foto della campagna non è piaciuta agli esponenti del Pdl, e in particolare al ministro interista doc Ignazio La Russa, secondo il quale l'Inter avrebbe potuto lanciare l'iniziativa dopo le elezioni amministrative. Ma si sa, tutto fa brodo e la battaglia calcistica tra Milan e Inter fa il paio con quella politica tra centrodestra e centrosinistra in casa Moratti.

Resta da aggiungere che lo stesso Berlusconi, in verità, preferisce sempre puntare tutte le sue cartucce sull'innalzamento dei toni della campagna elettorale e sui suoi cavalli di battaglia (la giustizia e lo scontro con i pm prima di tutti) più che sulla base degli ultras rossoneri. Anche perchè una correlazione diretta tra vittorie calcistiche e politiche non esiste: se, infatti, il Milan nel 1994 - anno del primo Governo Berlusconi - veniva da tre scudetti consecutivi, il campionato vinto nel 1996 non è servito a impedire la vittoria elettorale di Romano Prodi; al contrario il momento negativo dei rossoneri nel 2001 non ha impedito a Silvio Berlusconi di tornare al Governo del Paese.

Ma calcio e politica si intrecciano, più o meno, anche in altre città che si preparano al voto. A Napoli il 15 maggio andrà in scena una partita di cartello come Napoli-Inter mentre tutti i candidati fanno a gara a citare i successi del Napoli calcio per garantirsi la simpatia di un elettorato molto sensibile ai successi partenopei; il candidato Lettieri ha incassato l'appoggio verbale del presidente Aurelio De Laurentiis e ha lanciato l'idea di un assessorato per un grande calciatore napoletano come Fabio Cannavaro (che ha subito apprezzato e si è schierato con l'esponente Pdl); per il candidato Idv Luigi De Magistris, invece, Gianni Lettieri, in quanto esponente Pdl, sarebbe vicino alle ragioni del Milan (e quindi implicitamente antinapoletano). I candidati partenopei mostrano di essere molto più sensibili al calcio di quanto lo sia l'esponente del centrosinistra bolognese Virginio Merola, che parlando, per sfortuna sua, di calcio a un dibattito pubblico è incappato in una clamorosa gaffe dichiarando di sperare «che il Bologna torni in serie A», dimenticando che i rossoblù sono tornati in A da già tre anni. Non c'è che dire: proprio un bell'autogol.

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