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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 08:26.

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La protesta dei Cobas della scuola non blocca i test Invalsi, che ieri hanno fatto il loro esordio alle superiori. In tutta Italia le prove, che misurano gli apprendimenti degli studenti in italiano e matematica, hanno coinvolto 25mila classi di seconda superiore, poco più 500mila ragazzi. I test si sono svolti senza troppe defezioni nonostante le polemiche delle settimane scorse, messe in campo soprattutto dai docenti delle superiori per l'arrivo di lavoro in più e il rischio, indiretto, di essere valutati.

Nelle 2.319 classi campione (dove, cioè, l'Invalsi ha mandato un osservatore esterno), sottolinea in una nota il ministero dell'Istruzione, «solo tre non hanno svolto le prove», pari a una percentuale dello 0,13 per cento. «È logico quindi ritenere - prosege viale Trastevere - che su tutto il territorio nazionale la percentuale delle classi dove non è stato svolto il test sia pari allo 0,13 per cento».

Ma i Cobas contestano queste cifre: «In tutta Italia il 20% di docenti ha boicottato le prove» e in più il portavoce nazionale, Piero Bernocchi denuncia minacce da parte dei «presidi-baroni» per costringere «docenti e studenti a piegarsi» e a svolgere le prove. Unicobas rincara la dose e conferma per il 12 maggio (quando i test Invalsi si svolgeranno in prima media) «uno sciopero dell'ultima ora» per non completare le prove e uno sciopero dell'intera giornata il 13, quando è in calendario la prova di matematica in seconda e quinta primaria.

Per Elena Ugolini del comitato d'indirizzo Invalsi «i test rappresentano una occasione in più per le scuole per avere un paragone esterno». A Milano le prove si sono svolte senza intoppi, a Roma un'intera classe è stata sospesa per tre giorni per aver boicottato i test (si vedano gli articoli in pagina). Nelle classi campione la rilevazione sarà gestita dall'Invalsi. In tutte le altre classi invece questi compiti sono svolti dai docenti, come «impegno aggiuntivo», e il cui riconoscimento economico, ha chiarito di recente il ministero guidato da Mariastella Gelmini «potrà essere individuato in sede di contrattazione integrativa di istituto». Per la presidente della Commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea (Pdl) il monitoraggio Invalsi «può orientare le politiche educative nazionali verso compensazioni o individuazione di eccellenze». Il ministero dell'Istruzione, rilancia invece Mariangela Bastico (Pd), deve «definire al più presto gli obiettivi di apprendimento dei ragazzi. Solo facendo questo - spiega - si può dire se sono stati conseguiti oppure no e quanto è grande la distanza dall'obiettivo».

Passando alle prove, i ragazzi hanno dovuto affrontare, in 90 minuti, 30 domande di matematica e due "mini-prove" di italiano. La prima, di lettura, con tra l'altro un brano di Mario Rigoni Stern, «Sulle nevi di gennaio», tratto da «Aspettando l'alba e altri racconti», e la seconda di grammatica. Prove giudicate «facili» da molti studenti. In più hanno dovuto rispondere a un questionario di 21 domande, per conoscere meglio «il ragazzo e la scuola». Ieri da segnalare anche la pubblicazione della circolare sugli esami di maturià 2011. Si parte il 22 giugno con il tema d'italiano. Il giorno dopo ci sarà la seconda prova, il 27, il "quizzone". Confermato il peso determinante del voto in condotta: se inferiore al sei scatta la non ammissione.

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