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Questo articolo è stato pubblicato il 11 maggio 2011 alle ore 18:54.

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A questo punto perché non riconoscere validità scientifica anche alle teorie degli Etruschi, che quando trovavano della schiumosità nelle viscere degli animali sacrificati per gli auspici, si aspettavano che la terra tremasse entro breve. D'altra parte per il vicepresidente del Consiglio Nazionale delle Ricerche, Roberto de Mattei, lo tsunami in
Giappone sarebbe stato causato dall'ira divina scatenata dalle nefandezze umane. Insomma, questo 11 maggio 2011 sta passando e Roma resta ben salda sulle sue fondamenta, visto che del tremendo terremoto che secondo alcuni siti sarebbe stato previsto da Raffaele Bendandi da Faenza, bizzarro sismologo autodidatta in basco e cravattino, non c'è stato nemmeno un piccolo sussulto. A sussultare sono stati invece i cuori di molti romani, che verso le 16 di un caldo pomeriggio si sono riversati in strada dagli uffici, ridacchiando, sì, ma con un po' di timore e quella reverenza oggi tanto alla moda per le teorie fantascientifiche e complottistiche.

E c'è stato anche chi al lavoro non ci è andato proprio. Secondo il segretario dell'Aduc, Primo Mastrantoni, si tratta del 20% dei romani, mentre «alberghi e agriturismi nei dintorni della Capitale hanno registrato un inconsueto numero di prenotazioni». Coldiretti, poi, lo ha confermato: «Non si può parlare certo di un esodo, ma ci sono casi di intere famiglie che hanno deciso di lasciare la città per trasferirsi in campagna, nonostante le numerose conferme sulla falsità delle notizie relative alle previsioni di Bendandi».
Chi ha preferito non andare in ufficio forse ha preso parte all'affollato Open Day organizzato oggi, proprio per esorcizzare la paura del terremoto, dall'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (Ingv) di Roma, che dalla notte scorsa ha registrato 25 terremoti in tutta Italia (nella zona dell'Etna, di Perugia, in Calabria , in Abruzzo e al confine con la Francia), anche se nessuno nel Lazio.

Anche il sindaco Gianni Alemanno era intervenuto sul tema, affermando con certezza che «i romani sono persone troppo serie e "scafate" per farsi prendere da queste sciocchezze». Si tratta di «una cosa mediatica, rimbalzata di sito in sito ma che non ha alcun fondamento. Quindi, francamente - ha sorriso - se ci facciamo impressionare da questo veramente non va bene.Tranquilli, è tutto a posto».

D'altra parte, il territorio di Roma non ha un rischio di sismicità elevato, bensì "modesto": l'ultima scossa davvero dannosa ci fu nel lontano 1703, quando crollarono tre archi del Colosseo, che all'epoca però, era ridotto a una sorta di cava di pietra e area di pascolo. Più di recente, i romani hanno tremato con la terribile scossa della notte del 6 aprile 2009 in Abruzzo, e con quella che nel 1997 colpì l'Umbria. Ondate di riflesso, capaci per fortuna solo di aprire crepe non preoccupanti e far tintinnare qualche lampadario.

Ma c'è un'ulteriore conferma dell'erroneità della profezia di Bendandi, che viene proprio dai suoi eredi: forse non tutti i romani hanno seguito la puntata del 13 ottobre 2010 dell'apocalittico "Voyager" su Rai2, in cui Paola Lagorio, presidente dell'associazione La Bendandiana, che custodisce tutti i documenti manoscritti del "sismologo", presentando gli studi di Bendandi affermava: «Nei documenti relativi al 2011 in nessun caso viene trascritto luogo o data ben precisa, come quelle riportate invece in Internet. Rispetto alla documentazione in nostro possesso, le notizie che compaiono in rete sono infondate». Più chiaro di così. In ogni caso gli allarmisti non devono sentirsi orfani di apocalissi, visto che fra sei mesi avranno a disposizione un intero anno, il 2012, appunto, per prepararsi alla fine del mondo.

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