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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2011 alle ore 20:38.
Si ritrovano insieme a dispetto delle tensioni dei giorni scorsi. Anche se lei, Letizia Moratti, candidata del Pdl per la poltrona di primo cittadino di Milano, conclude il suo intervento prima che Umberto Bossi arrivi in piazza Castello per il comizio finale. Poi, però, il sindaco sale di nuovo sul palco con il Senatur che mette in fila la sua road map. «Quando mi chiedono cosa sto lì a fare con Berlusconi, io rispondo che siamo lì - attacca Bossi - perché ci garantisce i voti per cambiare e riformare lo Stato». Quindi il leader del Carroccio ribadisce che il suo partito ha ottenuto il via libera al federalismo fiscale «grazie ai voti di Berlusconi». «Meno male - ha affermato - è stata lunghissima».
Dopo il federalismo via al decentramento dei ministeri
Ma la testa è già oltre. «Il futuro noi lo conquisteremo. E ha ragione il presidente della Repubblica, perché parla da uomo saggio: non c'è dubbio che il federalismo è solo l'inizio. Finito il federalismo, inizia il cambiamento». E il prossimo obiettivo? Il Senatur prima prenota per il Carroccio il posto di vicesindaco in caso di vittoria sulla piazza di Milano e poi rimarca la linea: il decentramento dei ministeri. «Milano Capitale - scandisce Bossi a fianco del sindaco - non vorrete che lasciamo tutti i ministeri a Roma. Noi chi siamo? I milanesi hanno tenuto in piedi lo Stato. Io mi impegnerò in quella direzione». E comunque, rassicura il Senatur, se la Lega otterrà più voti del Pdl non cambierà «niente. Berlusconi - aggiunge - ci darà volentieri le prossime grandi riforme».
L'invito del Senatur: votate Moratti nostra alleata
Quindi l'esortazione a votare per la Moratti. «Ricordatevi di mettere una croce sulla Lega e dare il voto alla Moratti che è alleato con noi». Insomma, per ora Pdl e Lega depongono le armi per provare a portare a casa il risultato ma la tensione resta palpabile e, prima dell'arrivo di Bossi, la stessa Moratti era apparsa un po' irritata per l'assenza del ministro delle Riforme. «Bossi probabilmente arriverà, ma non so se aspetterò perché ho un appuntamento elettorale del Pdl». Poi, però, sul palco il sindaco si era rilassato e aveva concluso l'intervento con un «viva Milano, viva la Lega, viva Umberto Bossi». Con lei il capogruppo del Carroccio in consiglio comunale, Matteo Salvini che non aveva mancato di punzecchiarla. «Ripeti "viva la Lega e viva Umberto Bossi", così lo sentono i tuoi amici del Pdl», raccolti a pochi centinaia di metri, in via Dante. «Non ho problemi con la Lega - la replica della Moratti - sono sempre stata amica della Lega». (Ce. Do.)
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