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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2011 alle ore 06:37.

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CAGLIARI
C'era anche Luisella, stamattina, fra i 20mila che hanno manifestato a Cagliari, davanti alla sede della giunta regionale. La storia di Luisella, separata, due figlie piccole, è una di quelle che si possono tranquillamente definire limite. Luisella decide di mettersi in proprio ed aprire un primo negozio di acconciature femminili. Il lavoro c'è, lei paga regolarmente i suoi contributi, ma li consegna alla persona sbagliata. Una commercialista cagliaritana che non li versa ma se li incassa. Il calvario per questa giovane imprenditrice comincia nel 2007, quando ad una rapida verifica della guardia di finanza si scopre che i versamenti che Luisella ha fatto alla commercialista G.L. non sono mai stati consegnati alle Entrate. A questo punto, anche il Banco di Sassari, che solo quattro anni prima le aveva dato un mutuo agevolato di 50mila euro, scopre che la dichiarazione dei redditi consegnata per avere accesso al finanziamento era, ovviamente, falsa.
«A questo punto la mia strada diventa senza uscita - dice Luisella - chiedo che mi lascino un po' di tempo per pagare i miei debiti, ero stata raggirata, c'era un processo in corso. Ho chiesto un po' di umanità». Negata. Oggi Luisella ha oltre 100mila euro di debiti verso Inps ed Equitalia, da sei mesi non paga più «perché altrimenti non riesco a fare la spesa». Ma Equitalia non si è fatta commuovere e le ha già inviato l'avviso di pignoramento dell'auto. Una catastrofe.
Nel frattempo, la sua famiglia si è dissolta: separata, due figlie e il processo alla commercialista che deve ripartire da zero per un piccolo errore della procura. E non riesce a farsi consegnare dalla commercialista neppure i documenti. Quando va nell'ufficio di G.L. trova due pitbull che l'aspettano.

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