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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2011 alle ore 19:20.

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Daniel Domscheit-Berge Giulian Assange (Reuters)Daniel Domscheit-Berge Giulian Assange (Reuters)

«Wikileaks è diventata quello che disprezzava: un'organizzazione repressiva che usa contratti con clausole restrittive per i suoi dipendenti, fondata sull'opacità e sull'irresponsabilità». Per la serie c'è sempre uno più puro che ti epura, Daniel Domscheit-Berg, ex portavoce del portale che ha rivelato i segreti dei Governi di tutto il mondo e persona un tempo molto vicina a Julian Assange, fondatore del sito che ha fatto tremare le diplomazie di mezzo mondo, torna ad accusare i suoi ex compagni e sodali. Tutti quelli che lavorano per Wikileaks, secondo la sua testimonianza, devono firmare un documento confidenziale con cui si impegnano a rispettare i segreti fino al 2020, pena una multa fino a 19,5 milioni di euro.

L'hacker tedesco capo dei dissidenti
«Mi spiace per tutti i nuovi dipendenti di Wikileaks: non hanno idea a cosa vanno incontro» scrive alla Reuters Domscheit-Berg, informatico tedesco, hacker ed ex portavoce del sito con sede in Svezia che ha diffuso informazioni alleandosi con tre grandi giornali (New York Times, Guardian e Der Spiegel). L'ex collaboratore di Wikileaks, ora pentito, è il capo dei dissidenti che a dicembre ha lasciato il sito e fondato un altro progetto, OpenLeaks, cassetta delle lettere per raccogliere testimonianze, rapporti e segnalazioni senza svelare l'identità del mittente. Nelle intenzioni la stessa idea di Wikileaks, con l'impegno però di non cadere nel peccato mortale che parte della blogosfera non perdona ad Assange: aver tradito la fonte più preziosa, Bradley Manning, quel giovane soldato-analista americano ora in cella che ha "regalato" a Wikileaks migliaia di file sui segreti della guerra Usa in Iraq ed Afghanistan e i cable che hanno messo in imbarazzo la diplomazia americana. Un'idea, quella della cassetta delle lettere anonima, copiata da poco dal Wall Street Journal.

Cosa dice il documento
Wikileaks si è sempre presentata come un'aspirazione - la trasparenza democratica contro i non detti del potere - con valori, slanci, scrittori di riferimento e un fondatore misterioso che semina fan. Con queste rivelazioni, ne uscirebbe invece come una specie di setta o semplicemente un'azienda che per tutelare i suoi segreti ricorre a burocratici cavilli e chiare minacce. Nel documento di tre pagine si spiega cos'è Wikileaks e si intende tutelare il sito nel caso in cui i dipendenti vendano informazioni a tv e giornali, facciano perdere a Wikileaks reputazione, valore alle informazioni. I membri dello staff non potranno arrecare danno a Wikileaks facendogli causa o sottraendo informazioni che sono considerate proprietà del sito.

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