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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2011 alle ore 08:11.

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C'è Antonio Inglese, architetto con studio a Salerno, ma che dal 2006 fa la spola con la Cina, dove ora è consulente per lo sviluppo urbano dell'amministrazione di Shenzhen. C'è anche Cosimo Palmisano, laureato in ingegneria in Italia ma emigrato negli Stati Uniti, nella Silicon valley. Lì ha respirato l'aria dell'innovazione che gli ha poi permesso di fondare qui da noi Ecce, con cui aiutare le aziende a trasformare gli utenti dei social network in promotori di particolari brand. Del giro fa parte pure Giovanni Segni, con laurea a San Francisco, un'esperienza decennale in Asia e ora in Italia con Porcovino.com, una piattaforma di e-commerce che vende in Giappone, Stati Uniti ed Europa i prodotti enogastronomici nostrani.
Sono alcuni degli associati – tutti tra i 30 e 40 anni – al neonato "Club dei creativi", il portale lanciato dall'associazione Mecenate '90 per mettere in rete fra di loro e con le imprese italiane i nostri connazionali all'estero. Il presupposto da cui l'iniziativa prende le mosse è che gli italiani impegnati oltrefrontiera siano non solo cervelli in fuga, ma possano rappresentare l'avamposto dell'italian style nel mondo e che, in questa veste, possano fare da da battistrada alle aziende che vogliono penetrare determinati mercati.
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