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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2011 alle ore 18:59.

La Svizzera deve reintrodurre i controlli alle frontiere e ritirarsi dal trattato di Schengen, per limitare l'immigrazione illegale. E' quanto sostiene Christoph Blocher, leader dell'UDC, partito della destra populista elvetica. In ottobre nella Confederazione ci saranno le elezioni politiche nazionali e l'UDC ha deciso di rilanciare uno dei suoi cavalli di battaglia, quello appunto delle frontiere e dell'immigrazione.
Traendo spunto dalla recente decisione della Danimarca di ripristinare i controlli alle frontiere pre-Schengen, Blocher si è espresso senza mezzi termini in un colloquio con l'agenzia Reuters. «La Svizzera ha fatto un errore – ha detto Blocher - rinunciando al controllo della sua politica di immigrazione. Pensiamo che occorra non più aderire a Schengen. Dobbiamo vedere cosa è possibile fare e dobbiamo aver sufficiente coraggio per annullare il trattato. Noi possiamo farlo, mentre la Danimarca non può perché fa parte dell'Unione Europea».
«Le strade sono bloccate, i treni sono stracarichi, la cultura non è protetta», ha incalzato Blocher, che ha anche indicato che la Svizzera ha uno dei più alti tassi di immigrazione in Europa, con 80mila nuovi arrivi l'anno. I partiti moderati di centrodestra, oltre naturalmente a quelli di sinistra, non concordano con la linea di Blocher e sottolineano – pur con sfumature diverse tra loro – che la Svizzera mantiene il controllo sulla politica di immigrazione. Le cifre ufficiali indicano che circa il 21% dei residenti nella Confederazione, che ha 7,7 milioni di abitanti, è fatto da stranieri. Ma si tratta di residenze autorizzate, quasi sempre per motivi di lavoro, considerando il bisogno di manodopera che da sempre ha l'economia svizzera. Buona parte degli stranieri residenti sono inoltre cittadini di Paesi europei.
Anche in Svizzera, come in altre parti d'Europa, sta però montando la paura dell'immigrazione, che molti moderati definiscono eccessiva e irrazionale. Da un recente sondaggio di Mis Trend è emerso che il 59% degli elvetici sarebbe favorevole ad una limitazione dell'immigrazione. Per la cronaca, solo il 25% sarebbe oggi per l'adesione alla UE, ma questo è un capitolo in parte diverso.
L'UDC è diventato il primo partito nel 2007, con il 29% dei voti. Il suo leader e vice presidente Christoph Blocher non è però riuscito a rimanere nel Governo, perché la maggioranza del Parlamento si è espressa per un esponente di centrodestra più moderato. La Svizzera ha accordi bilaterali con la UE ed ha aderito alla libera circolazione di Schengen, con un referendum. Le posizioni dell'UDC sono state sconfitte in molti referendum, ma negli ultimi due anni il partito di Blocher è riuscito a prevalere nel voto popolare su due temi in qualche modo legati all'immigrazione: espulsione automatica degli stranieri che commettono reati gravi, divieto di costruzione di nuovi minareti
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