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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2011 alle ore 12:50.

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La scintilla è il confronto televisivo tra i due candidati alla guida del Comune di Milano: durante una trasmissione su SkyTg24 Letizia Moratti, sindaco uscente della coalizione di centrodestra, accusa il rivale del centrosinistra Giuliano Pisapia di aver rubato un'automobile negli anni Settanta e, in seguito, di aver beneficiato dell'amnistia. Pisapia smentisce, poi pubblica su internet i documenti che dimostrano l'assoluzione per "non aver commesso il fatto". Iniziano i commenti su internet e anche nel social network twitter, dove gli iscritti inviano brevi messaggi: sono una sorta di appunti online, simili a post-it di poche parole. E quasi per gioco un utente scrive: "Direi che ci starebbe bene un #MorattiQuotes da mandare in TT". Semplificando, "#MorattiQuotes" significa "citazione di Moratti" e "TT" è un'abbreviazione per "trending topic": si tratta della classifica dei messaggi più inviati ad altri iscritti.

Parte una gara di creatività sul tema "morattiquotes" che contagia twitter: è una rete sociale online utilizzata per la comunicazione politica anche negli Stati Uniti, per esempio dal presidente Usa Barack Obama durante la sua campagna elettorale. In poche ore gli utenti pubblicano brevi testi ironici, ricchi di immaginazione: "Pisapia nascondeva gli spinaci a Braccio di Ferro per far vincere Bruto", "Pisapia da giovane ha rapito la principessa Leyla" , "Pisapia sta ospitando Gheddafi". Il gioco si è diffuso a macchia d'olio: secondo le rilevazioni con Topsy arrivano a 5900 i messaggi diffusi nel social network sul tema "morattiquotes" negli ultimi due giorni . Ma tendono a diminuire. Pisapia può contare su molti sostenitori nelle reti sociali online: sono 28 mila gli iscritti al suo profilo su Facebook e 1500 con twitter.

Letizia Moratti ha una pagina su YouTube con più video rispetto al rivale: sono 155 filmati che mostrano progetti, incontri, prospettive per lo sviluppo del capoluogo lombardo anche in vista dell'Expo nel 2015. Le visualizzazioni del canale sono 125mila. Nel suo sito web (Letiziamoratti.it) ha pubblicato le sue registrazioni audio: sono fruibili su internet come se fossero programmi radiofonici (podcast). Anche il sindaco uscente di Milano ha aperto attraverso il suo profilo su Facebook una conversazione con i cittadini online.

La sfida sui social network e su YouTube è entrata a far parte della campagna elettorale in altre città. Una ricerca dell'Istituto Cattaneo scatta una fotografia della presenza dei politici online fino al 3 maggio scorso. Secondo le rilevazioni 91 candidati su 110 alla carica di sindaco hanno una loro pagina su Facebook, 62 usano un proprio sito web e 28 sono iscritti a twitter. I politici delle coalizioni di centrosinistra, centrodestra e del terzo polo sono più presenti rispetto ai partiti minori.

I candidati più seguiti su Facebook sono due. Il primo è l'ex magistrato Luigi de Magistris in corsa per entrare a palazzo San Giacomo: ha 141mila sostenitori nel social network. Segue Vincenzo De Luca, sindaco uscente di Salerno in gara per la rielezione che può contare su 74mila iscritti nella sua pagina di Facebook. In particolare, l'Istituto Cattaneo rileva che "per quanto la diffusione di internet nelle regioni del Sud sia inferiore rispetto a quelle centrosettentrionali, i candidati delle regioni meridionali tendono ad avere un buon seguito su Facebook". Le donne arrivano a circa un decimo dei politici in corsa per l'elezione che comunicano su internet: l'Istituto Cattaneo osserva che "sono leggermente meno attive nella competizione online dei maschi".

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