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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2011 alle ore 17:23.

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Al mercato di Sarcelles, il sobborgo operaio di Parigi dove Dominique Strauss-Kahn è nato 62 anni fa, non ci crede quasi nessuno: «Prima la questione della Porsche, poi quello degli abiti a 35mila dollari e ora, voilà: lo scandalo sessuale. È un accanimento», ragiona una giovane con l'agenzia Afp, «giusto prima della sua presentazione ufficiale alle primarie del Partito socialista». «Che cos'è questa storia? - le fa eco un ambulante - Qui c'è di mezzo la politica!».

Dalla città natale al villaggio globale, tornano le stesse note. Il "cospirazionismo", variegata tendenza che dall'11 settembre all'uccisione di Bin Laden respinge al mittente le «versioni ufficiali» per proporne letture alternative, si fa strada nei blog e nei commenti agli articoli sui siti d'informazione. In realtà, sono due le fazioni che si hanno cominciato a fronteggiarsi sul web appena i giornali internazionali hanno cominciato a diffondere la notizia: le interpretazioni complottiste devono vedersela con una valanga forcaiola, ed entrambi i fronti sembrano disinteressarsi di indagini, interrogatori e tutto il resto.

«La cosa puzza distintamente di complotto - esordisce MB, lettore di Brooklyn del New York Times, apprendo un acceso dibattito tra gli internauti -. Quando un uomo potente sfida le attività criminali di Wall Street, si trova sempre spiattellata la propria vita sessuale sui giornali della sera. Chiedete a Eliot Spitzer», l'ex governatore supermoralista dello Stato di New York con la passione delle prostitute d'alto bordo. Spitzer, in realtà, ha ammesso il proprio "hobby" nella conferenza stampa in cui ha annunciato le dimissioni, ma sono sottigliezze.

«Chi sarà il prossimo?», si limita a chiedere Lewis B Sckolnick, dal Massachusetts, mentre Nymbus, da Stoccarda, blinda il complotto: «Una costruzione del genere ha molti vantaggi: anche se si dimostrerà che la cameriera era consenziente, la cosa è sufficiente per distruggere qualcuno». La denuncia alla Polizia e l'addio precipitoso di Strauss-Kahn al Sofitel rendono particolarmente coraggiosa l'ipotesi, ma tant'è.

Il cospirazionismo non è a senso unico. «Vi faccio una profezia - sorride MStager da New York, ributtando il complotto (futuribile) nel campo di Strauss Kahn -: le accuse cadranno, e la cameriera diventerà una donna ricca». «Buttiamolo in galera finché campa», ribatte invece Tom da Los Angeles.

Dagli Stati Uniti alla Francia, cambia la lingua ma non i contenuti. «Che ci faceva una cameriera in una camera ancora occupata, per di più in un Sofitel di lusso dove tutto è pensato per non disturbare il cliente?», si chiede LuKa sul sito di Le Figaro. «In questo genere di alberghi - si avventura Duran, chiedendo «prudenza» a chi dà per certi i fatti - non è raro che le cameriere cerchino di arrotondare lo stipendio offrendo prestazioni sessuali». Più rara, in quei casi, è forse l'immediata denuncia alla Polizia, il ricovero in ospedale della vittima e l'arresto del presunto colpevole.

«Ma il burattinaio del complotto è Sarkozy?», ha chiesto matcat23 a Yahoo Answer, ed è subito arrivata la risposta: «All'80% sì», con tanto di otto "prove". Le principali? Sarkò non avrebbe toccato palla in una lotta elettorale con Strauss-Kahn, ma l'ultradestra cattolica che appoggia l'attuale presidente non avrebbe sopportato «un presidente ebreo» all'Eliseo. Tanto più che nella sua attività Strauss-Kahn «si è fatto molti nemici, per esempio la Russia», «la storia e il suo tempismo sono sospetti» e «agli uomini piace sedurre» (questa è già sentita).

Difficilmente potrà attingere da qui il gruppo di supporter del direttore generale dell'Fmi che da tempo anima un sito web («Dsk vrai et faux») per respingere le «campagne» contro il loro idolo. Negli ultimi tempi avevano combattuto con qualche successo gli attacchi sulla Porsche e sugli abiti da 35mila dollari, segnali di un tenore di vita "critico" per un aspirante leader del Ps, ma sull'affaire newyorkese la partita si annuncia più difficile.

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