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Questo articolo è stato pubblicato il 15 maggio 2011 alle ore 20:48.

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Un'amante tra i dipendenti? Bazzecole. Probabilmente lo devono aver pensato anche gli incaricati dell'inchiesta che, nel 2008, aveva escluso favoritismi per la carriera di Piroska Nagy, un'apprezzata economista che si era da poco trasferita a Washington. Nello stesso identico infortunio era incorso anche il presidente della Banca Mondiale, Paul Wolfowitz, un anno prima, con la dipendente Shaha Riza, tunisina, cui aveva concesso lautissimi aumenti. Del resto queste due grandi istituzioni internazionali hanno competenze che tendono talvolta a sovrapporsi.
Ma in Francia Dominique Strauss-Kahn è davvero famoso. Il Nouvel Observateur aveva raccontato (alludendo senza far nomi) la sua comparsa a una cena nell'esclusivo club di scambisti parigino Les Chandelles . Mentre un giornalista di Libération , Jean Quatremer, proprio all'indomani della sua nomina nel 2007, aveva parlato di sexual harassment ai danni di giornaliste a Bruxelles: episodi "conosciuti dai media ma di cui nessuno parla" alludendo alla discrezione di cui la Francia circondava questo aspetto.
Poi c'è stato l'episodio di Tristane Banon, altra giornalista e scrittrice, che in una nota trasmissione televisiva condotta da Thierry Ardisson "93, "Faubourg Saint-Honoré" (febbraio 2007) aveva raccontato di un vero e proprio tentativo di violenza carnale nel 2002, facendo però il nome di DSK, come lo chiamano in Francia, solo un anno dopo. Aurelie Filippetti, portavoce del gruppo socialista all'Assemblea Nazionale, non faceva mistero di non volersi mai trovare sola in una stanza con Strauss-Kahn.
La stessa Piroska Nagy, in una lettera allo studio legale Morgan Lewis & Bockius (incaricato dal Fmi dell'inchiesta), di cui l'Express riportava ampi stralci nel febbraio 2009, aveva usato parole sprezzanti sull'uso del potere fatto da Strauss-Kahn per avvicinarla.
Il problema è distinguere tra una "drague lourde", un corteggiamento pesante, e un "harcelement", una via di mezzo tra il mobbing e le vie di fatto. In realtà, nessuna accusa precisa, anche da parte delle presunte vittime, è stata mai fatta in sede giudiziaria a Strauss-Kahn. Tanto che le allusioni trovavano più facilmente la strada della presa in giro, come quella che il comico Stéphane Guillon aveva fatto su France Inter (poco apprezzata dall'interessato) nel 2009, allusioni nelle quali il tono dominante è pur sempre quello della "drague" e non del "viol".

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