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Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2011 alle ore 17:51.

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Iniziato su twitter lo Strauss-Kahn gateIniziato su twitter lo Strauss-Kahn gate

Sempre che riusciate ad aprirne la pagina, visti i continui e snervanti avvisi di overload, una delle hashtag più gettonate del momento su twitter è #DSKGate. Fra la difesa dell'ex direttore generale dell'Fmi (a proposito, il suo avvocato Benjamin Brafman ha già lavorato per celebs un po' più da palco di Strauss-Kahn, come Jay-Z e Michael Jackson) che vuole l'accusato paternamente a pranzo con la figlia e la polizia di New York che sta smontando il medesimo alibi, il caso della suite del Sofitel sta alimentando tweets degni di esperti sceneggiatori di spy story.

Il primo tweet da uno studente francese
D'altra parte pare che il caso Strauss-Kahn sia partito proprio da twitter, fatto che dimostra una volta di più, dopo le rivolte in Iran e in Nord Africa, come il social network dei 140 caratteri stia guadagnando lo status di fonte di primaria importanza. Il primo a twittare e parlare dello "Strauss-Khan gate" è stato uno studente francese, Jonathan Pinet, che alle 23 di sabato scorso ha scritto «un amico che vive negli Stati Uniti mi ha detto che #DSK è stato arrestato dalla polizia di New York un'ora fa», spiegando poi nel suo blog come ha ottenuto l'informazione. Probabilmente chi ha letto questo tweet pensava a una motivazione legata più a un traffico di bond che a un accappatoio, fatto sta che solo un'ora dopo il New York Times, che twitter lo frequenta assiduamente, pubblicava sul suo sito la vicenda con tutti i dettagli.

Tra la tesi del complotto...
Oggi a gridare prevedibilmente al complotto sono soprattutto i sostenitori della candidatura presidenziale di Strauss-Kahn, sui loro profili twitter seguiti in media da 2,500 followers: DSK2012, per esempio, rilancia con forza l'alibi di ispirazione paterna dell'ex direttore generale dell'Fmi e che la moglie stessa non crede allo scandalo, puntando però la sua carta migliore sulla «presunzione d'innocenza» che «una cameriera del Sofitel non entrerebbe mai in una stanza occupata». Sulla stessa linea che ClubDSK, per cui la vicenda «è tutto un complotto dell'Eliseo, come dice J. M. Le Guen», che altri non sarebbe che Jean-Marie Le Guen, politico socialista di lungo corso nonché amico e collaboratore ultraventennale di Strauss-Kahn. Battagliero, questo gruppo ringrazia i followers e si dice «pronto a lavorare per organizzare il suo ritorno per le primarie».

E le battute sui francesi
Fra battute che suonerebbero divinamente sul palco dei prossimi Oscar, come quella di Jean Pierre Duthion, manager che vive fra Stati Uniti e Francia («ovviamente è una cospirazione, ogni americano sa che noi francesi non ci facciamo mai la doccia») e quella di un certo Bob Mornington («Brava la cameriera, l'unica persona al mondo che ha resistito alla forza dell'Fmi»), merita un'ultima citazione il profilo di DSKNet, sito che esiste per dimostrare verità e bugie sul conto di Strauss-Kahn citando libri, discorsi e articoli, il tutto ovviamente ai fini del successo della sua corsa all'Eliseo. Per il sito, dunque, è falso che possieda una Porsche e che abbia comprato abiti per 35mila euro, ma è vero che «promuove un sistema educativo che vada incontro ai più bisognosi». Il gioco della verità si ferma però a sabato, alle ore 22.07, con la storia della Porsche. Sul tweet del giovane Pinet, mandato in rete un'ora più tardi, evidentemente ancora non si è trovato l'accordo.

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