Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2011 alle ore 13:33.

My24

L'Italia ha deciso di elevare al rango di ambasciata la delegazione diplomatica permanente dell'Autorità nazionale palestinese a Roma. Lo ha annunciato Giorgio Napolitano al termine dei colloqui con il presidente Abu Mazen, che nei giorni scorsi aveva espresso proprio questo desiderio in un'intervista rilasciata a "Repubblica".

«A nome del Governo, annuncio la elevazione della delegazione al rango di missione diplomatica, e al rango di ambasciatore del rappresentante diplomatico palestinese» a Roma, ha detto il capo dello Stato. All'annuncio un grande applauso si è alzato da parte della delegazione palestinese. Il passo, ha precisato Napolitano, avviene «in piena amicizia con Israele».

«Vogliamo che l'Italia sia sempre più un ponte tra l'Europa e il mondo arabo», ha spiegato il capo dello Stato, «siamo sempre fortemente impegnati per la costruzione della pace tra Israele e il popolo palestinese che porti alla creazione di uno Stato palestinese indipendente accanto a Israele» secondo la formula "due popoli due Stati" Una formula - ha aggiunto - che è stata «riconosciuta dal Governo israeliano», e ora si tratta di «farne discenderne una serie di accordi che portino a questa realizzazione». «Ci auguriamo che i prossimi mesi siano fecondi per il rilancio della prospettiva negoziale», ha aggiunto il capo dello Stato, perché «ancora prima di settembre, conta di riaccendere a maggio, a giugno e in estate il clima di dialogo».

L'incontro fra Napolitano e Abu Mazen si è svolto nella sede distaccata della presidenza dell'Anp a Betlemme (Cisgiordania) all'indomani della giornata di scontri sanguinosi coincisi ieri - soprattutto ai confini d'Israele con Libano e Siria - con la Naqba (in arabo, catastrofe o disastro): ricorrenza nella quale i palestinesi dei Territori e della diaspora ricordano l'esodo di centinaia di migliaia di connazionali seguito alla fondazione dello Stato d'Israele nel 1948.

La conferenza stampa al termine dell'incontro è stata anche occasione per parlare di altri fronti della politica estera: l'Italia prenderà in considerazione la disponibilità delle forze libiche fedeli a Gheddafi per un cessate il fuoco se le disponibilità nuovamente annunciate «saranno seguite dai fatti», ha detto il presidente Napolitano rispondendo a una domanda sull'evoluzione delle operazioni della coalizione militare alleata dopo la richiesta delle Nazioni Unite di valutare le condizioni di una sospensioni delle azioni militari.

Ieri Napolitano aveva incontrato a Gerusalemme sia il presidente d'Israele, Shimon Peres, sia il primo ministro, Benyamin Netanyahu, prima di ricevere a Tel Aviv il prestigioso premio "Dan David". Oggi, prima di spostarsi a Betlemme, Napolitano ha visto anche la leader dell'opposizione centrista israeliana, Tzipi Livni, e ha aperto un convegno sui rapporti fra sionismo, ebrei italiani e Risorgimento (organizzato all'Istituto Van Leer di Gerusalemme in occasione del 150/mo dell'unità d'Italia). Nel pomeriggio il programma prevede l'inaugurazione d'una mostra nel museo annesso al tempio della comunità ebraica d'origine italiana.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi