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Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2011 alle ore 14:22.

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Sesso più politica uguale scandalo. L'equazione non è sempre vera, ma l'accusa di violenza sessuale significherà con ogni probabilità la fine della carriera di Dominique Strauss-Kahn. Due fattori giocano contro di lui: l'atteggiamento censorio degli anglosassoni e la gravità delle accuse, che "vanno ben oltre il comportamento medio del politico francese arrapato". E' quanto afferma il Times di Londra in un'analisi che inevitabilmente tira in ballo il premier italiano Silvio Berlusconi.

"Il parallelo più vicino – scrive il quotidiano britannico – lo si può trovare in Italia con il procedimento giudiziario nei confronti di Silvio Berlusconi, il primo ministro, accusato di avere pagato una prostituta minorenne e di avere abusato del suo potere. Come avviene in Italia, anche gran parte della Francia considera i presunti sfarfalleggiamenti di Berlusconi divertenti piuttosto che moralmente condannabili".

Il Times nota che, da che mondo è mondo, la debolezza per le donne è stata la rovina degli uomini di potere, ma solo negli ultimi decenni i "peccatucci sessuali" e colpe più gravi dei politici sono stati perseguiti e li hanno fatti cadere in disgrazia.

I francesi, fino a poco tempo fa, si sono tenuti alla larga da quella che considerano una "mania anglosassone", quella di braccare gli uomini che flirtano con segretarie, colleghe e anche prostitute. Gli ultimi due presidenti, il socialista François Mitterrand e il gollista Jacques Chirac, erano noti per le loro "avventure galanti" ed erano raramente disturbati dai media e meno ancora dai pm, prosegue il Times.
Mitterrand ha tenuto segreto per i 14 anni della sua presidenza un'amante e una figlia illegittima. L'entusiasmo di Chirac per gli incontri improvvisi e rapidi gli valsero nel suo staff femminile il soprannome di "Tre minuti doccia compresa".

Da quando gli Usa sono passati alla "tolleranza zero" degli Usa, dopo l'era disinvolta dei Kennedy, i francesi hanno assistito con aria "divertita" all'umiliazione di parlamentari, sindaci, governatori e perfino di un presidente. Il senatore democratico Gary Hart diede il via nel 1987, quando fu costretto a ritirarsi dalla gara presidenziale per la sua storia con Donna Rice. E Bill Clinton "per poco non fu allontanato dalla Casa Bianca" nel 1998 dopo avere ammesso di essersi intrattenuto con Monica Lewinsky. Aggravò la sua colpa dicendo una menzogna "Non ho mai avuto relazioni sessuali con quella donna".

"Anche se le accuse devono ancora essere dimostrate", Strauss-Kahn rischia di essere trascinato giù, secondo il Times, da due fattori: 1) gli anglosassoni hanno un atteggiamento censorio verso il sesso come "terreno di abuso di potere"; 2) le accuse "vanno ben oltre il comportamento medio del politico francese arrapato" da "chaud lapin" ("coniglio in calore"). "Tentato stupro è un'accusa grave".
In un editoriale, il Times afferma che "qualunque sia l'esito dell'arresto di Strauss-Kahn" ci sono "poche prospettive che torni presto alla guida dell'Fmi". E intanto "una delle più importanti istituzioni finanziarie mondiali" avrà perso un po' del suo vigore proprio mentre il mondo è nel vortice di una crisi del debito sovrano". E la campagna presidenziale francese, che già appariva "sporca", continuerà a esserlo, ma in più sarà anche stata deragliata.

Tra i numerosi commenti della stampa internazionale, anche il Washington Post considera finita la leadership di Strauss-Kahn al Fondo Monetario Internazionale. Le Monde dà eco alle inquietudini della Grecia, dove i media dicono che Atene ha perso un alleato: domenica, infatti, il direttore generale dell'Fmi aveva una riunione cruciale con Angela Merkel nella quale dovevano parlare di un secondo pacchetto di aiuti per la Grecia.
Sui legami pericolosi tra sesso e politica si sofferma un lancio Afp, ripreso dai siti del Nouvel Observateur e di Les Echos, che elenca i casi più famosi di politici messi nei guai dal sesso. Oltre a Bill Clinton, che ha rischiato l'impeachment, ci sono il presidente israeliano Moshé Katzav, l'ex presidente dello Zimbabwe Canaan Banana, l'ex vice-primo ministro malese Anwar Ibrahim, l'attuale presidente sudafricano Jacob Zuma.
Dulcis in fundo, il capo del governo italiano, Silvio Berlusconi, implicato nel Rubygate.

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