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Questo articolo è stato pubblicato il 16 maggio 2011 alle ore 06:37.

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Leonard Berberi
Francesca Padula
È scoppiata la febbre del test d'italiano. Più di 50mila richieste in tre mesi sono il segno che cresce tra gli immigrati la voglia di mettere in fila tutti i requisiti per conquistare la ex "carta" di soggiorno, primo passo verso la cittadinanza: almeno 5 anni di soggiorno regolare, un reddito adeguato e una casa idonea. Ma dall'inizio di quest'anno bisogna anche dimostrare di avere una buona conoscenza dell'italiano, livello A2, cioè saper usare e capire frasi di uso frequente, leggere testi semplici e scrivere messaggi su argomenti familiari. Gli stranieri che si sono prenotati con la nuova procedura esclusivamente telematica e hanno chiesto di fare il test sono 51.236, circa il 12% dei 400mila immigrati che hanno già i requisiti per richiedere il permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo (la ex "carta di soggiorno").
La macchina è partita in tutta Italia: da inizio febbraio sono state fissate più di 2mila sessioni e ne sono state svolte quasi 1.300 distribuite su 378 sedi apposite sul territorio nazionale. Dai numeri delle prenotazioni, aggiornati alla settimana scorsa, emerge anche la geografia dell'immigrazione nel nostro Paese per quanto riguarda la permanenza sul territorio. Gli esami effettivamente sostenuti sono stati poco più di 20mila, con un tasso di bocciatura del 13,6%. Rilevante è il numero di stranieri che si sono iscritti al test, ma non si sono presentati.
La prefettura che ha ricevuto più richieste è stata quella di Milano (circa 7mila), a distanza quelle di Roma (2.544) e Brescia (2.312). Chiudono la classifica Oristano con nove ed Enna con sette. Dal monitoraggio dei test effettivamente sostenuti, i primi tre posti non cambiano. Il capoluogo lombardo resta al primo posto, ma il dato cala a 1.461 stranieri esaminati. La capitale conserva il secondo piazzamento, con 1.070 esami e Brescia ne registra 863. Seguono Firenze, Vicenza e Parma. A livello regionale è in Lombardia che è stato inoltrato in via telematica il maggior numero di richieste per sostenere il test di lingua. E lo dimostra anche il fatto che tra le prime venti prefetture per numero, cinque sono proprio lombarde.
Quanto alle performance, sempre tra le prime venti classificate, a Torino si registra il maggior numero di stranieri promossi: qui ha avuto luce verde il 96,5%. Più o meno gli stessi valori di Roma (96%) e Napoli (95%). Percentuali di promozione decisamente più basse a Verona dove 65 persone su cento hanno superato il test, a Venezia (70%) e a Vicenza (72%). In questo caso gli immigrati bocciati dovranno rifare l'esame per ottenere il permesso Ce per soggiornanti di lungo periodo. Prato, Caserta, Lecce e Rieti - escluse dalla tabella a fianco perchè non sono tra le prime 20 - registrano il picco delle promozioni con nessun bocciato.
La procedura - dalla richiesta via web al test vero e proprio - non sempre è andata liscia. Lo dimostra il fatto che poco meno di 4mila persone, in tutta Italia, non si sono presentate a fare l'esame. Milano è prima anche in questa classifica: il numero degli stranieri assenti il giorno della convocazioPne per l'esame è stato pari a 672, quasi un terzo di coloro che ne avevano fatto richiesta. Motivazioni personali o di lavoro, ma molti immigrati hanno raccontato che le raccomandate con l'indicazione del luogo, della data e dell'ora del l'esame sono arrivate in ritardo. A certificare la conoscenza linguistica sono i centri provinciali per l'istruzione degli adulti.
A proposito delle convocazioni, il Viminale fa sapere che nei tre quarti dei casi i test sono stati effettuati entro 60 giorni dalla richiesta telematica. In questo le prefetture di Roma, Torino, Venezia, Vicenza e Verona dimostrano una certa velocità. Al contrario, a Varese, Milano e Brescia le convocazioni oltre i due mesi superano quelle al di sotto dei sessanta giorni.
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