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Questo articolo è stato pubblicato il 17 maggio 2011 alle ore 20:44.

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Il supremo tribunale federale (Stf) di Brasilia ha respinto la scorsa notte per la seconda volta una richiesta di scarcerazione di Cesare Battisti presentata in via urgente dai suoi legali. Il giudice relatore Gilmar Mendes, nel negare la liberazione dell'ex terrorista rosso, ha aggiunto nel testo della sua decisione che «l'esame della controversia suscitata dal processo di estradizione di Battisti si è ormai concluso e fra breve sarà esaminato dall'udienza plenaria della corte».

In precedenza un'altra istanza di scarcerazione dell'ex membro dei Pac (Proletari Armati per il Comunismo) era stata respinta dal presidente della Corte Suprema, Cezar Peluso, il 6 gennaio, presentata dalla difesa subito dopo la decisione presa l'ultimo dell'anno dall'ex presidente Luiz Inacio Lula da Silva di negare la sua estradizione in Italia. Nella decisione di ieri sera, Mendes ha considerato che «non ci sono elementi nuovi» che giustifichino la scarcerazione, come invece allegato da difensori di Battisti. Il quotidiano brasiliano Folha de S.Paulo prevede ora che il giudizio del caso potrà avvenire già la settimana prossima, mercoledì 25 o giovedi 26. Sta al presidente della Corte Suprema, Peluso, di stabilire ogni venerdì l'agenda della settimana seguente per il Stf. Del resto non manca più nulla perchè gli 11 giudici del massimo organo della magistratura brasiliana si riuniscano ad analizzare il caso dell'ex terrorista, in prigione in Brasile da quattro anni e due mesi.

Infatti giovedì scorso il procuratore generale della repubblica, Roberto Gurgel, ha inoltrato al Stf l'atto che ancora mancava: il suo parere favorevole alla decisione di Lula nel quale ha raccomandato alla corte di archiviare il ricorso italiano alla delibera del 31 dicembre. «La scarcerazione di una persona che sta per essere giudicata a giorni se sarà estradata o no è un pericolo di fuga molto grande - ha detto all'Ansa un portavoce dello studio di Nabor Bulhoes, che difende gli interessi del governo italiano nel caso Battisti -. Per cui Mendes ha deciso bene nel rifiutare l'istanza dei legali di Battisti e adesso attendiamo l'esame nella plenaria che sarà presto». L'avvocato Renata Saraiva della difesa dell'ex membro dell'eversione comunista, condannato all'ergastolo in Italia per quattro omicidi compiuti negli anni 70, ha preferito non commentare la decisione di Mendes: «Abbiamo fiducia che il giudice sia sensibile alla prigione preventiva di quattro anni di Battisti e che porterà il caso in breve tempo all'udienza plenaria».

Nella riunione del Stf al completo si dovrà adesso esaminare se la delibera di Lula rispetta o no il trattato di estradizione fra il Brasile e l'Italia. Il «presidente operaio» ha allegato che un'eventuale estradizione in Italia avrebbe esposto l'ex terrorista al rischio di «essere sottoposto a un aggravamento della sua situazione personale». Questa posizione è quasi uguale, secondo molti osservatori, a quella dell'ex ministro della giustizia, Tarso Genro, che aveva visto nel 2009 la sua concessione di asilo a Battisti annullata dalla Corte Suprema.

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