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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2011 alle ore 07:45.

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MILANO. La partita dei terreni è probabilmente quella su cui, in caso di vittoria definitiva di Pisapia a Milano, si avranno le ricadute più immediate per quanto riguarda l'Expo 2015.

Nonostante il 16 aprile si sia trovato l'accordo per l'acquisizione delle aree tramite una società veicolo partecipata principalmente da Regione Lombardia, Comune di Milano e Fondazione fiera Milano, la partita non è stata ancora chiusa e quindi dei colpi di scena sono ancora possibili. Del resto la sinistra milanese, più di una volta e ancora a fine marzo con i consiglieri comunali Francesco Majorino e Basilio Rizzo, ha indicato l'esproprio quale strada da seguire.

Senza arrivare a tale estremo, il percorso dei prossimi mesi prevede che il nuovo consiglio comunale deliberi la partecipazione del Comune alla newco, decisione che, qualunque sia il vincitore, non si potrà prendere prima di un paio di mesi. Ma se questo passaggio poteva essere considerato una formalità in caso di riconferma del sindaco Moratti, non altrettanto potrebbe essere con la vittoria di Giuliano Pisapia. Il nuovo primo cittadino, pur avendo dichiarato che non ha intenzione di fermare i lavori di Expo, potrebbe avere qualcosa da obiettare, magari semplicemente in merito allo statuto o ai patti parasociali che regoleranno la società. Infatti è previsto che Palazzo Marino abbia il 51% delle quote ma il suo potere effettivo sarà ridotto in quanto verrà prevista una maggioranza qualificata (si è ipotizzato il 75%) in occasione delle decisioni più importanti.

Aspetti, questi, che in teoria si sarebbero già dovuti definire, con Regione e Fondazione fiera, entro la fine di aprile, ma che sono stati posticipati. Inoltre, poiché entro fine mese è prevista la formalizzazione del contratto di compravendita dei terreni oggi posseduti dalla famiglia Cabassi e la newco o Comune e Regione, quest'ultima molto probabilmente dovrà muoversi da sola, anche se Palazzo Marino sarà guidato dalla sinistra.
Ma i rapporti tra Pirellone e Comune, che sono i due soggetti locali più forti nella partita Expo, potrebbero in generale non risultare facili dato che la Regione ha una maggioranza Pdl-Lega. Quasi certamente si assisterebbe a un periodo di rodaggio, con conseguente pericolo di ulteriore ritardo nella conclusione della trattativa.

Inoltre i protagonisti della vicenda Expo dovranno fare i conti con il dualismo che si verrà a creare a causa del fatto che Letizia Moratti rimarrà commissario straordinario per l'evento, mentre Pisapia, quale primo cittadino, avrà voce in capitolo per tutta l'attività "ordinaria". Dato che finora il cammino dell'esposizione universale è stato caratterizzato proprio dalle contrapposizioni tra i protagonisti, lo sdoppiamento delle due funzioni finora svolte dal sindaco uscente crea un potenziale elemento di attrito in più.

Non dovrebbe essere soggetta ad avvicendamento, invece, la carica di amministratore delegato di Expo 2015 Spa, oggi ricoperta da Giuseppe Sala, ex city manager di Letizia Moratti. Sala, infatti, è stato in grado di conquistare l'apprezzamento anche della sinistra, come più volte affermato dagli stessi esponenti dell'opposizione. (M. Pri.)

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