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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2011 alle ore 09:24.

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La cameriera che accusa Dominique Strauss-Kahn di violenza sessuale non conosceva la sua identità, assicura il suo avvocato. Secondo Le Figaro, però, sapeva che si trattava di una persona importante perché la direzione dell'hotel aveva collocato una foto dell'economista francese nel locale in cui si cambiano gli impiegati proprio per allertarli della sua presenza nell'albergo. Una cameriera dell'elegante hotel a due passi da Times Square ha dichiarato al quotidiano francese di non conoscere Strauss-Kahn né il suo incarico alla guida del Fondo monetario internazionale, ma di sapere che fosse un «Vip» (una persona molto importante) perché la sua foto era stata diffusa prima del suo arrivo.

«Non aveva alcuna idea di chi fosse né aveva avuto alcun genere di rapporti con quest'uomo», ha dichiarato l'avvocato Jeff Shapiro. La cameriera, che negherà di aver avuto un rapporto consensuale come affermato dagli avvocati di Strauss-Kahn, è un'immigrata africana 32enne, arrivata dalla Guinea, vedova e madre single di una quindicenne: una donna che, secondo Le Figaro, si fa chiamare Ofelia, ma il cui vero nome è Nafisatu Dialo (la sua foto è stata diffusa dagli amici ed è riportata su alcuni siti di notizie africane). La donna, francofona e alta circa 1,80, si è trasferita a New York nell'inverno scorso e ha ottenuto un permesso di soggiorno permanente negli Stati Uniti, dove vive in un modesto appartamento nel Bronx. La prima persona che ha chiamato dopo la presunta aggressione, ha rivelato l'emittente Europe 1, è stata il fratello, a cui la donna ha raccontato tra le lacrime che le era successo «qualcosa di grave». L'uomo, che ha detto di non averla mai sentita in quello stato, ha aggiunto che la sorella è «una buona musulmana» e che dopo quel che le è accaduto è stata trasferita «in una località segreta» a New York.

Shapiro ha spiegato che la sua cliente è adesso molto intimorita da quel che le potrebbe succedere: «Vuole mantenere l'anonimato perché è molto spaventata da quel che le potrebbe accadere, si sente minacciata fisicamente». L'avvocato, che vorrebbe affidarla a una terapia di counselling, ha aggiunto che la donna, scarsamente istruita e con poca esperienza, aveva lavorato duramente per ottenere il lavoro da cameriera al Sofitel. «È una persona che rispetta il fatto che in questo Paese ci siano leggi: arriva da un Paese in cui la legislazione è scarsa e scarsamente applicata. Sentiva di aver l'obbligo di raccontare quel che le è accaduto e non ha pensato ad altro che a dire la verità».

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