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Questo articolo è stato pubblicato il 18 maggio 2011 alle ore 06:37.

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BRUXELLES. Dal nostro inviato
A passi spediti verso l'Eurotower. Dopo l'indicazione unanime dell'Eurogruppo alla «candidatura unica» di Mario Draghi, ieri è giunto l'atteso pronunciamento dell'Ecofin. La designazione ha ora i crismi dell'ufficialità.
Secondo quanto ha confermato il ministro ungherese alle Finanze, presidente di turno dell'Ecofin, Gyorgy Matolcsy, la raccomandazione verrà sottoposta al vaglio dei capi di Stato e di Governo il prossimo 24 giugno. Nel frattempo sarà il Parlamento europeo con la commissione Affari economici e monetari a formulare il suo parere, dopo aver ascoltato il governatore della Banca d'Italia e presidente del Financial stability board.
Draghi dovrà altresì completare l'"esame" preliminare rispondendo a una serie di domande formulate per iscritto dagli europarlamentari. Identico parere sarà espresso dal Consiglio direttivo della Bce. La procedura si chiuderà in luglio con la definitiva ratifica da parte dell'Ecofin.
Draghi assumerà il nuovo incarico il primo novembre, quindi allo scadere del mandato di Jean-Claude Trichet. Al momento - stando a quanto ha chiarito il presidente dell'Eurogruppo Jean-Claude Juncker - non sono previsti anticipi. La partita ora si giocherà sul fronte interno, e riguarda essenzialmente la poltrona da assegnare a Lorenzo Bini Smaghi. Le sue dimissioni sono chieste espressamente dal ministro delle Finanze francese Christine Lagarde, in ossequio alla prassi accettata da tutti i Paesi che vieta la presenza simultanea di rappresentanti di uno stesso Paese ai vertici della Bce. Bini Smaghi ha fatto sapere che il suo incarico scadrà nel 2013. Tutto dipenderà dalla successione a Draghi in Bankitalia.
Nessun commento da parte del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti alla designazione del governatore della Banca d'Italia. In una breve dichiarazione ai giornalisti prima di partire per Roma, si è limitato a elencare rapidamente i punti discussi nel corso della riunione. «Sapete già quel che è stato deciso». Poi ha raggiunto l'auto: «Nella vita gli slot sono pochi, arrivederci», ha commentato con una battuta.
Del resto, per tutti ha parlato lo stesso Juncker che, nel definire Trichet «un ottimo presidente della Bce», ha elogiato apertamente il suo prossimo successore, uomo «dall'indiscusso prestigio internazionale», che peraltro guiderà la politica monetaria dell'Eurozona forte «del suo esplicito impegno a sostegno dell'euro e dell'unione monetaria».
Il commento del Governo è affidato al ministro del Welfare, Maurizio Sacconi: «La designazione di Draghi è un risultato dell'Italia, oltre che delle competenze e delle capacità del governatore di Bankitalia». Ci si è giunti anche per la «fortissima disciplina di bilancio praticata dall'Italia negli ultimi tre anni». Per il vicepresidente vicario del Parlamento europeo, Gianni Pittella, «con la formalizzazione della candidatura i ministri europei riconoscono al governatore italiano le qualità necessarie per condurre l'euro fuori dalla tempesta della crisi che sta investendo i debiti sovrani».
Sulla candidatura di Draghi si è speso personalmente anche il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano nel corso della sua visita a Berlino dello scorso 25 febbraio.
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