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Questo articolo è stato pubblicato il 19 maggio 2011 alle ore 17:32.
Il presidente degli Stati Uniti, Barack Obama, ha tenuto giovedì a Washington un discorso in cui ha annunciato un piano di aiuti di miliardi di dollari per incoraggiare il processo democratico nel mondo arabo. Una sorta di Piano Marshall. Il Sole 24 Ore.com ha stilato il nuovo atlante delle rivolte a sei mesi dall'inizio della primavera araba, in Tunisia.
Sempre giovedì mattina il governo siriano ha denunciato le sanzioni imposte dagli Stati Uniti al presidente Bashar al Assad, affermando che «servono gli interessi di Israele». Nel pomeriggio a Washington Obama, nel secondo discorso al mondo arabo dopo quello all'università del Cairo del giugno 2009, ha toccato molti punti importanti che riguardano l'agenda politica ed economica di Occidente e Oriente. Il presidente ha detto che in Medio Oriente e Nord Africa «lo status quo non è più sostenibile»e con i movimenti democratici nati in quell'area e la morte di Bin Laden si è aperto «un nuovo capitolo della diplomazia americana».
Israele e territori palestinesi, due Stati con i confini del '67
Per la prima volta Obama ha detto che i confini di Israele e del futuro Stato Palestinese devono essere quelli definiti nel 1967, con uno scambio di territori. «Non si raggiungerà la pace» in Medio oriente, ha detto, «fin quando ci sarà l'occupazione» israeliana e i palestinesi non riconosceranno lo Stato di Israele. Le reazioni non si son fatte attendere. Il portavoce di Hamas, fazione islamica palestinese al potere nella Striscia di Gaza considerata da Usa e Ue un'organizzazione terroristica, ha liquidato come «discorso schierato» pro israeliani l'intervento di Obama, escludendo qualsiasi ipotesi d'un riconoscimento di Israele. Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha dichiarato di apprezzare l'impegno per la pace espresso da Obama, ma ha ribadito il no a un ritiro di Israele sui confini del 1967, richiamandosi a una lettera di rassicurazioni del 2004 di George W. Bush. Solo l'Autorità nazionale palestinese (Anp) giudica positivamente il richiamo del presidente Usa.
Modernizzare l'economia di Egitto e Tunisia
«Abbiamo chiesto alla Banca Mondialedi modernizzare l'economia della regione araba cominciando daEgitto e Tunisia - ha continuato Obama -. Stiamo creando un fondo imprese che investa sui due Paesi, l'Opec lancerà una struttura di due miliardi di dollari per aiutarli». E ha aggiunto: «Elimineremo un miliardo di dollari dal debito pubblico egiziano per creare nel Paese nuovi posti di lavoro», ha annunciato Obama, parlando di «partnership d'investimento» nel Nord Africa, al fine di «facilitare il commercio nella regione».
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