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Questo articolo è stato pubblicato il 20 maggio 2011 alle ore 06:38.

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NEW YORK
Da oggi Dominique Strauss-Kahn sarà a piede libero, ma è stato rinviato a giudizio da un gran giurì e andrà in tribunale, in quello che si preannuncia come uno dei grandi processi americani, l'8 settembre. Risponderà di sette capi d'accusa per violenza sessuale ai danni della cameriera dell'hotel Sofitel di Manhattan. La pubblica accusa ha anticipato le conclusioni del gran giurì che ha sentito nell'arco di due giorni la cameriera 32enne che accusa Dsk: «Le prove contro l'imputato sono consistenti e lo diventano ogni giorno di più», ha detto il vice procuratore distrettuale John McConnell.
Strauss-Kahn, che nella notte aveva rassegnato le dimissioni dal Fondo in una lettera appassionata in cui proclamava la sua innocenza, rischia, se sarà riconosciuto colpevole di tutti i capi d'accusa, fino a 74 anni di prigione. L'unica soddisfazione per lui è quella di potersi preparare al processo agli arresti domiciliari e non più in cella nella cupa Rikers Island, l'isola-prigione a Est di Manhattan. La difesa ha argomentato con successo che Strauss-Kahn non è pericoloso e ha proposto una cauzione di un milione di dollari in contanti, alla quale si aggiunge la casa di proprietà nei sobborghi di Washington, del valore di 4 milioni di dollari e altre garanzie collaterali per un totale di 5 milioni. «È un uomo rispettabile, comparirà di fronte alla giustizia», ha detto in aula William Taylor, uno dei due difensori insieme a Benjamin Brafman, aggiungendo che Dsk ha accettato di essere controllato con un braccialetto elettronico alla caviglia.
Il giudice Michael Obus della Corte suprema dello Stato di New York, non ha dato credito alla tesi dell'accusa per la quale Strauss-Kahn difficilmente sarebbe ricomparso in tribunale, perché «uomo di enormi risorse che con la sua condotta ha dimostrato di essere capace di comportamenti criminali impulsivi». Il magistrato ha invece accolto l'istanza di scarcerazione che era stata rifiutata lunedì dal giudice Melissa Jackson, con la motivazione che il 62enne economista e politico era a rischio di fuga. A questo proposito la difesa ha sottolineato ieri che la moglie di Strauss-Kahn, Anne Sinclair, ha già affittato un appartamento a Manhattan e che la casa sarà controllata 24 ore su 24 da parte di un'agenzia di sicurezza privata, a spese dell'imputato: 200mila dollari al mese. A favore della concessione della cauzione hanno pesato anche la notorietà di Strauss-Kahn, che sarebbe facilmente riconosciuto se tentasse di lasciare il Paese, e il fatto che il passaporto francese gli è stato comunque sequestrato. Il passaporto diplomatico sarà pure consegnato alle autorità, secondo i difensori. Non potrà quindi scappare dagli Usa come aveva fatto Roman Polanski, il regista francese fuggito nel 1978 per evitare un processo per stupro: proprio il caso evocato dall'accusa, con successo, nella precedente udienza sulla libertà su cauzione.
Dopo le dimissioni dal Fondo nella notte, con una lettera triste e appassionata al tempo stesso, in cui proclama la sua innocenza Dominique Strauss-Kahn potrà ora dedicare tutte le sue energie a preparare la sua difesa. L'America per ora è schierata sul fronte dei colpevolisti, ma l'avvocato Benjamin Brafman è uno dei più noti penalisti americani ed è stato in grado più volte in passato di ribaltare situazioni che sermbavano disperate.
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