Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 23 maggio 2011 alle ore 09:50.

My24
Mullah Omar, una figura rimasta influente ma sempre poco decifrabileMullah Omar, una figura rimasta influente ma sempre poco decifrabile

Osama bin Laden, quando tornò in Afghanistan negli anni '90, rimpinguò le finanze esauste del Mullah Omar ma non gli ha mai portato troppa fortuna. Se nel 2001 si fossero liberati del capo di al Qaeda i talebani e il Mullah Omar forse sarebbero ancora al potere a Kabul. Alto quasi due metri, ferito quattro volte durante i combattimenti contro i sovietici, Mohammed Omar, 52 anni, figlio di un bracciante della provincia di Kandahar, perse l'occhio destro per una fucilata: secondo la leggenda se lo ricucì lui stesso, secondo altri fu curato dalla Croce Rossa.

La sua ascesa alla conquista dell'Afghanistan cominciò nel '94 in un momento in cui le stelle del pianeta della geopolitica erano perfettamente allineate a suo favore. I generali pakistani consideravano il Mullah Omar e i talebani degli utili strumenti per ristabilire l'influenza del Pakistan sull'Afghanistan e lo aiutarono a conquistare Kabul. Il Mullah Omar prometteva di riportare l'ordine islamico nella sanguinosa anarchia afghana e così fece: il prezzo fu quello dell'imposizione di una stretta legge islamica accompagnata dal codice consuetudinario dei pashtun, l'etnia maggioritaria.

Le donne vennero fatte scomparire sotto il burqa, non potevano lavorare e andare a scuola, fu proibita la televisione e nel centro di Kabul vennero messi al rogo i libri. Lapidazioni di adultere, esecuzioni all'arma bianca, tagli di mani e piedi erano all'ordine del giorno.

Un graffito sul muro degli uffici della polizia religiosa di Kabul diceva: «Gettate la ragione ai cani: puzza di corruzione». Il Mullah Omar era il capo di questo Medio Evo chiamato Emirato dell'Afghanistan dove Bin Laden elaborò l'attacco dell'11 settembre agli Stati Uniti. Fino a che punto sia stato complice di Bin Laden è difficile dirlo: Osama pagava il Mullah Omar per avere basi a sua disposizione e organizzò l'attentato mortale a Shah Massud, il Leone del Panshir, nel settembre 2001, per ricompensarlo dell'ospitalità.

Dopo la caduta del regime il Mullah Omar ha continuato a essere il capo spirituale del movimento talebano e fino a un anno fa la sua influenza era ancora evidente nei comunicati della guerriglia afghana. Un duro colpo per lui è stata nel febbraio del 2010 la cattura da parte della Cia e dei servizi pakistani del suo vice il Mullah Ghani Baradar, impegnato in negoziati segreti con l'Onu. Negli ultimi tempi sembra che la rete di Jalaluddin Haqqani, storico leader estremista di Jalalabad, abbia preso il sopravvento, sostenuto anche dall'ascesa dei talebani del Waziristan, la regione di confine che costituisce una retrovia formidabile per il sostegno militare ai guerriglieri.

Ogni tanto viene dato per morto o per catturato, una figura rimasta inafferrabile e poco decifrabile. A Kabul il suo vice ministro degli Esteri, Wahid Mozdah, mi mostrò qualche tempo fa un filmato dove appariva circondato da giovani guerriglieri, adolescenti imberbi e con le unghie laccate. Sulle spalle portava ancora il leggendario mantello nero di Maometto di cui si era impadronito conquistando la moschea di Kandahar.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi