Storia dell'articolo

Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 24 maggio 2011 alle ore 17:06.

Il giochino con i fiorellini che vanno su e giù a seconda degli undici criteri suggerisce che l'Ocse (organizzazione per la cooperazione economica e lo sviluppo) ha capito come funziona internet. Ma i risultati del nuovo indice sulla qualità della vita non sorprendono. L'Italia non raggiunge mai la sufficienza, dall'istruzione alla casa, al lavoro. È sempre nella seconda parte della classifica e non si salva neanche quando si misura il grado di soddisfazione personale (sole, cucina, arte non risplendono mai in queste classifiche e rimangono confinati alle sempre meno convinte discussioni da ascensore o bar).

L'Italia è appena sotto Israele, Repubblica Ceca, Slovenia, Giappone e Spagna. Una mediocrità che nel dettaglio si presenta così: lavora il 57% degli italiani fra i 15 e i 64 anni per 1.773 ore all'anno, più che in altri paesi europei. Più grave l'esemplificazione di ciò che vuol dire work-life balance, l'equilibrio tra lavoro e vita privata che riguarda soprattutto le donne e forse racconta di più delle quote rosa tanto in voga: solo il 49% delle madri continua a lavorare dopo che i figli inziano ad andare a scuola. L'Italia raggiunge i voti più alti su sicurezza (8,4) ambiente (7,4) e salute (7); il voto più basso sul reddito (3,4).

Non convince affatto la Turchia, sempre all'ultimo posto in tutte le classifiche ma paese entusiasta dove il Pil corre, la società è viva. I problemi seri e irrisolti di democrazia e libertà di stampa e la tormentata distinzione fra stato e religione non oscurano la voglia di emergere del paese musulmano candidato a entrare nell'Unione europea. Ecco cosa viene fuori da alcuni criteri che classificano i 34 paesi Ocse.

Casa
Il posto in cui si vive è fondamentale per capire il livello di benessere.L'Ocse stima che in base ai dati aggregati tra il 1996 e il 2003 circa il 67% delle case sono di proprietà di chi vi abita. Non stupiscono tanto i primi tre posti dell'area anglosassone - calcolati anche in base a quante camere ha adisposizione uan persona - ovvero grandi paesi con grandi spazi, Canada, Australia, Nuova Zelanda, quanto che gli Stati Uniti, nazione estesa ma allo stesso tempo vittima della crisi immobiliare che ha innescato la crisi del 2008, sia al quarto posto. Italia al 20esimo dopo tutte le economie più avanzate, paesi del nord Europa e Belgio inclusi.

Reddito
È il criterio più importante al di là se determini più o meno benessere o felicità. Il Lussemburgo supera gli Stati Uniti; poi Svizzera, Belgio, Regno Unito, Canada. A centro classsifica gli stipendi di Grecia e Irlanda, paesi dell'eurozona a rischio default. Nelle ultime tre posizioni Messico, Turchia e Cile. Quartultima la Polonia, paese rivelazione con il Pil che nel 2011 e nel 2012 dovrebbe aumentare di oltre il 4 per cento.

Lavoro
Fra i paesi Ocse, lavora circa il 65% della popolazione fra i 15 e 64 anni. I livelli di occupazione sono più alti in Svizzera (79%), Islanda (78%), Norvegia (75%) più bassi in Cile (59%), Ungheria (55%) e Turchia (46%). Italia, come detto fra le ultime dieci, al 57%.

Istruzione
L'Ocse ricorda come che le persone più istruite vivono di più, sono più attivi nella politica e nella loro comunità, commettono meno crimini, hanno meno bisogno di assistenza sociale. Ai primi posti della classifica un quartetto eterogeneo: Finlandia, Corea del sud, Canada e Giappone la cui economia è stata da poco superata da quella cinese e la cui crescita è stata compromessa dal terremoto dell'11 marzo scorso. L'Italia fa meglio solo di Spagna, Cile, Portogallo, Turchia e Messico.

Equilibrio tra lavoro e vita privata
Ovvero la questione femminile al netto delle chiacchere. Come al solito l'Europa del nord primeggia seguita da Germania, e un po' a sopresa dal Portogallo. Poi la tanto discussa Francia la cui classe dirigente in questi giorni fa discutere per come sta reagendo all'accusa di stupro a carico dell'ormai ex direttore del Fondo monetario internazionale, Dominique Strauss Kahn.
In generale se si prende la media di tutti i 34 paesi si scopre che la parità è ancora un miraggio: nell'area Ocse circa il 66% delle madri lavora quando i figli iniziano ad andare a scuola. Italia tra gli ultimi, superata da Polonia e Ungheria.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi